Coordinamento lettori: documento votato nella
                riunione dell'8 maggio

Il  Coordinamento Nazionale dei  Lettori  Snur-Cgil,  riunitosi a
Firenze l'8  maggio 1999, propone alla Segreteria Nazionale dello
Snur  di  intervenire  sulla  bozza  del  Decreto  sull'autonomia
didattica,   pubblicato  dal   Murst  il   19.3.99,  a  proposito
dell'insegnamento  delle   lingue  sulla   base   delle  seguenti
indicazioni:

1.  Rispetto alla  nota  di  indirizzo del  Murst  (16.6.98), che
   prevede la "piena conoscenza di una lingua europea e, almeno a
   livello di  base,  di una  seconda  lingua  straniera"  per il
   diploma di laurea (corso  triennale),  la bozza di decreto del
   19.3.99  segna  un  passo  indietro  per  la  mobilita'  degli
   studenti  e  laureati  italiani  quando  richiede  soltanto la
   "conoscenza obbligatoria  di  una  lingua  dell'Unione Europea
   diversa dall'italiano"  (art.  7). La definizione di ulteriori
   conoscenze  linguistiche  e'  demandata,  facoltativamente, ai
   decreti d'area.  La rinuncia alla seconda lingua straniera non
   solo e'  in contrasto con gli sforzi di introdurre una seconda
   lingua straniera nella scuola media italiana, ma anche con gli
   orientamenti di politica dell'UE e del  Consiglio d'Europa che
   mirano  ad  un  plurilinguismo diffuso.  Inoltre, con una sola
   lingua  straniera obbligatoria,  si  rischia  di  favorire una
   monocultura della lingua  inglese a discapito  della ricchezza
   linguistica e culturale  del  nostro  continente.  Pertanto si
   ritiene necessario  ripristinare  la previsione della  nota di
   indirizzo di due lingue straniere.

2.  A sostegno del principio ispiratore  della riforma didattica,
   cio'  quello  di ricollegare la formazione  universitaria agli
   sbocchi professionali,  anche per le lingue straniere  si pone
   la necessita'  di un raccordo preciso con  le professionalita'
   da   formare.   Inoltre  le  conoscenze   linguistiche  devono
   garantire la  mobilita'  europea  degli  studenti  (periodi di
   studio  all'estero)  e l'accesso agli strumenti  di conoscenza
   (p.es. pubblicazioni in lingua straniera9. Cioe', piu' che una
   conoscenza basica e generica  delle lingue,  la quale dovrebbe
   essere  acquisita piu'  che altro nella  scuola  superiore, il
   sistema universitario deve  trasmettere conoscenze  e abilita'
   specifiche  che rispecchino le  necessita',  anche diverse nei
   vari corsi di studio, di formazione e di sbocco professionale.
   Quindi pare opportuno che il decreto "madre" stabilisca questo
   principio,   impegnando  i  decreti  d'area  e/o   le  singole
   universita' a tradurlo in previsioni concrete.