TITOLO.
Un’introduzione alla teoria dei giochi.
DESCRIZIONE DELL’ARGOMENTO. Cominciamo con un esempio. Due fidanzati, Xavier (X) e Yvonne (Y), decidono di passare la serata insieme e hanno due possibili
scelte: andare a vedere un incontro di pugilato (P) o andare a vedere uno spettacolo di balletto (B).
Xavier vorrebbe andare a vedere l’incontro di pugilato
ma, piuttosto che star da solo, gli va bene anche andare a vedere lo spettacolo
di balletto. Yvonne vorrebbe andare a vedere lo spettacolo di balletto ma,
piuttosto che star da sola, le va bene anche l’incontro di pugilato.
Essi non possono comunicare tra loro, l’unica
informazione che condividono è quella che ognuno dei due, indipendentemente e
all’insaputa dell’altro, si troverà alle 20:00 davanti
al palasport oppure davanti al teatro. Quali scelte devono fare Xavier e
Yvonne, rispettivamente, per ottimizzare la loro serata? Presentarsi al
palasport per il Pugilato o presentarsi al teatro per il Balletto?
Vediamo di formalizzare questo problema. Indichiamo
con una coppia ordinata le due possibili scelte di X e di Y rispettivamente
(il primo elemento è la scelta di X,
il secondo è quella di Y). Sia per X che per Y le possibili scelte sono rappresentate dagli elementi dell’insieme
S={P,B},
e le possibili coppie di scelte sono pertanto
(P,P), (P,B),
(B,P), (B,B),
gli elementi di S×S.
A ciascuna coppia X e Y associano un loro grado di
soddisfazione, che indichiamo con x e
y rispettivamente. Per X, la coppia più soddisfacente è (P,P) e quindi
ad essa associamo, per esempio, x(P,P)=2.
Anche la coppia (B,B)
non è male per X, anche se non ai
livelli di (P,P); ad essa associamo
quindi x(B,B)=1. Le coppie (P,B) e (B,P) significano invece “serata da
solo” e quindi ad esse associamo x(P,B),x(B,P)=0.
Abbiamo quindi definito una “funzione utilità” per X, che è funzione delle possibile scelte
di ambedue i contraenti:
x(P,P)=2, x(B,B)=1, x(P,B)=0, x(B,P)=0.
Allo stesso modo si definisce la funzione utilità per Y:
y(P,P)=1, y(B,B)=2, y(P,B)=0, y(B,P)=0.
Lo scopo di questo gioco
(noto come “guerra dei sessi”) è quello che X
e Y devono (indipendentemente)
adottare una scelta che massimizzi la loro funzione utilità. Mettiamoci nei
panni di Xavier. Lui non sa cosa sceglierà Yvonne, però può fare il seguente
ragionamento: “se scelgo P, allora se Yvonne sceglie P
guadagno 2, se Yvonne sceglie B guadagno 0; d’altro canto se scelgo B,
allora se Yvonne sceglie P guadagno 0 mentre se Yvonne sceglie B guadagno 1. Quindi se scelgo P
posso guadagnare 2 o 0, se scelgo B posso guadagnare solo 1
o 0. Io scelgo P !” Per un ragionamento del tutto analogo Yvonne
dice “io scelgo B !”. Esce quindi la
coppia (P,B)
e ambedue passano la serata da soli!
Il ragionamento fatto separatamente da X e da Y, sopra descritto, non fa una piega: ambedue hanno cercato di
massimizzare il loro individuale tornaconto, all’oscuro del comportamento del
partner. Ma hanno perso entrambi ! Era possibile
invece che sia X che Y adottassero
una scelta che potesse essere soddisfacente per entrambi? A guardar bene le
uniche coppie in un qualche modo soddisfacenti per entrambi sono (P,P) e (B,B), ma per poter “giocare” una di
queste coppie è necessario un accordo tra X
e Y, in quanto per ciascuna delle
coppie uno dei due giocatori “qualcosa ci rimette”: X e Y avrebbero dovuto cooperare. Ma anche se si fossero
telefonati, chi dei due avrebbe dovuto cedere? L’unica possibilità, mantenendo
la non cooperazione, è che Xavier o Yvonne (più facilmente Yvonne…) sapendo
dell’ottusa passione del partner per il pugilato o per il balletto
rispettivamente e che mai il partner avrebbe fatto una scelta diversa,
decidesse di sua sponte di fare la scelta come quella del partner. Ma in questo
caso è quindi necessaria un’informazione in più da parte di uno dei due
giocatori: “so che l’altro giocatore farà sempre il
ragionamento di massimizzare il proprio tornaconto”.
Insomma, nella teoria
dei giochi sembra essere necessaria una qualche definizione di equilibrio, cioè un insieme di scelte
(una per ogni giocatore) che in un qualche modo renda soddisfatto ogni
giocatore, cioè che in un qualche modo “massimizzi” la funzione di utilità di
ogni giocatore. Questo equilibrio si può ottenere forse “cooperando” o avendo a
disposizione alcune informazioni essenziali. Ma ovviamente è interessante dare
una definizione di equilibrio anche nel caso in cui ogni giocatore non disponga di alcuna informazione aggiuntiva e in cui non ci
sia alcuna forma di cooperazione tra i giocatori.
Facciamo un ulteriore passo formale. Supponiamo di
avere un gioco con n giocatori X1,…,Xn, ciascuno con il suo insieme di possibili
scelte Si, i=1,..n, e con
la sua funzione utilità ui : S1×···×Sn R. Una prima definizione possibile di “equilibrio” (molto banale) può
essere la seguente: un vettore di strategie s*ÎS1×···×Sn è un equilibrio se
ui(s) < ui(s*) per ogni sÎS1×···×Sn e per ogni i=1,..n.
Praticamente, tale equilibrio è quel vettore di
strategie formato dalle singole scelte di ogni giocatore che “massimizzano il
suo personale tornaconto”. Se un tale equilibrio esiste è ovvio che ognuno se
lo gioca e tutti sono felici. Ma esso non sempre esiste: ad esempio nella
guerra dei sessi non c’è. E’ quindi necessario dare altre definizioni di
equilibrio più generali (per esempio il cosiddetto “ottimo di Pareto” o “l’equilibrio di Nash”),
e però si rende anche necessario, a quel punto, dimostrare che tali equilibri
esistono in una casistica sufficientemente ampia di “giochi”. Inoltre, qualora
di equilibri (del tipo cercato) ce ne siano più d’uno, quale si dovrebbe
scegliere? Ad esempio nella guerra dei sessi, le coppie (P,P), e (B,B) sono ambedue sia ottimo di Pareto
che equilibrio di Nash, ma come scegliere tra le due?
Se gli equilibri sono più d’uno, è possibile un ulteriore criterio di selezione
tra essi in modo da selezionarne uno solo, giocabile
da tutti i giocatori?
Le applicazioni (o le motivazioni?) della teoria dei
giochi all’economia e alle scienze sociali sono praticamente ovvie, ma anche
altre numerose discipline si giovano della teoria dei giochi. Più di un Premio
Nobel per l’Economia è stato assegnato a matematici per i loro studi sulla
Teoria dei Giochi.
LAVORO DI TESI. Leggere, comprendere e rielaborare testi introduttivi
(ma non solo) sulla teoria dei giochi; studiare e
approfondire teoremi di punto fisso (che servono per
dimostrare l'esistenza di equilibri).
REQUISITI. La matematica del biennio.