La Sistematica
Il metodo binominale di Linneo

La sistematica è la scienza della classificazione, è cioè la scienza che studia la gerarchia dei caratteri degli organismi e che, in base a questi, raggruppa gli animali e i vegetali in categorie chiamate unità sistematiche. Scopo degli studi sistematici è di giungere ad un ordinamento del mondo animale e vegetale tale da permettere di formare una base di conoscenza degli organismi che costituisca il punto di partenza per studi più complessi (evoluzionistici, ecologici, biogeografici). L’unità fondamentale della sistematica è la specie, unica categoria naturale, che può essere definita come un insieme di organismi, potenzialmente o effettivamente capaci di riprodursi per incrocio. Le unità sistematiche a livello più alto della specie non si basano su caratteri biologicamente dimostrabili e sono dovute perciò ad interpretazioni soggettive, o a consuetudini. Le specie vengono così raggruppate in generi, questi sono riuniti in famiglie, le famiglie in ordini, gli ordini in classi, e le classi in tipi, o phyla (plurale di phylum). Oltre a quelle citate, che sono le principali, esistono numerose altre categorie sistematiche: le superfamiglie, le sottofamiglie, i sottotipi, i superordini, i sottordini, e così via. Le regole sistematiche sono state raccolte in un Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica pubblicato nel 1961. Ogni organismo, animale o vegetale, è definito da un doppio nome latino la cui prima parte rappresenta il genere e la seconda la specie di appartenenza. Al nome scientifico segue il nome dell’autore, che per primo definì e descrisse la specie, e l’anno in cui la descrizione fu pubblicata; ciò permette di risalire con una certa facilità alla pubblicazione originale. Il nome scientifico del leone diviene così:


Panthera leo
(Linneo 1758)

La classificazione completa del leone sarebbe:

specie: leo
genere: Panthera
famiglia: Felidae
ordine: Carnivora
classe: Mammalia
sottotipo: Vertebrata
tipo: Cordata

Quindi il leone è un “vertebrato mammifero, carnivoro della famiglia di felini”, definito e descritto per la prima volta da Linneo nel suo trattato del 1758. Se consideriamo poi la tigre e il leopardo, i cui nomi scientifici sono Panthera tigris (Linneo 1758) e Panthera pardus (Linneo 1758), ci accorgiamo che leone, tigre e leopardo appartengono tutti allo stesso genere.



Il nome di una specie, vivente o fossile, si compone di almeno 4 elementi:

Genere specie, AUTORE, anno.

Il nome del genere va scritto sempre con l'iniziale maiuscola e quello della specie sempre con l'iniziale minuscola, ed entrambi sono scritti in corsivo. Genere e specie sono in lingua latina; possono anche essere termini moderni, però sempre in forma latinizzata ed in caratteri latini, anche quando si trovano in pubblicazioni di studiosi di Paesi in cui si adoperano altri alfabeti o simboli o ideogrammi. Così, ad esempio studiosi italiani, arabi e giapponesi scriveranno allo stesso modo il nome di una stessa specie. Questa regola è indispensabile per dare al nome scientifico un carattere unico e distinto. Il nome dell'Autore va scritto a seguito della virgola che segue il binomio, l'anno al seguito della virgola che segue il nome dell'autore. L'anno e l'Autore si riferiscono alla pubblicazione in cui per la prima volta è stato descritto quel determinato organismo. Il nome dell'Autore va indicato per esteso quando si trattano animali, viene abbreviato quando si trattano organismi vegetali o funghi. Talvolta il nome dell'Autore è posto tra parentesi; ciò significa che L'Autore aveva inscritto quell'organismo in un genere diverso e che, successivamente, un altro Autore (che può figurare scritto fuori della parentesi, e sempre in tutte lettere maiuscole) lo ha assegnato al Genere a cui adesso appartiene.



Nel caso della paleontologia, però, la classificazione sistematica non è sempre chiara fin dall'inizio. I casi più eclatanti riguardano le ammoniti i cui nomi e categorie tassonomiche continuano a essere variate. Un esempio è rappresentato dai generi Macroscaphites yvani e Costidiscus recticostatus. Dopo la loro prima classificazione la similitudine dell'ornamentazione della parte spiralata della conchiglia ha fatto pensare ad un legame tra le due. In seguito, i paleontologi sono giunti alla conclusione che si tratti dello stesso animale, di cui la prima sarebbe l'esemplare maschio e la seconda la femmina. E'così nata la Macroscaphites recticostatus nelle due forme microconca (l'ex Macroscaphites yvani) e macroconca (l'ex Costidiscus recticostatus).

Macroscaphites recticostatus



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