descrivono molto fedelmente storie drammatiche di uomini e donne
che hanno consumato la propria vita in tali ambienti.
Il tango è il frutto dell'incontro di tradizioni
musicali provenienti da più continenti.
La sua musica ha un carattere mondiale e il ballo è un
momento di incontro, conoscenza, evasione e passione.
E' un ballo di coppia che va decisamente controcorrente,
rompe abitudini consolidate da tempo e
segue una logica totalmente innovativa e trasgressiva,
non tanto per l'abbraccio molto stretto
quanto per la stranezza e la complicazione dei passi che
non seguono alcuna regola codificata, in netto contrasto
con i balli in voga in quel periodo, fondati
su una figura di base da ripetere fino alla noia,
con qualche occasionale variante.
Il tango, privo di schemi e coreografie predefinite,
è un linguaggio con cui esprimersi liberamente e dai vecchi
maestri era giustamente definito el idioma del brazo.
Le melodie del tango sono così ricche di differenti coloriture musicali,
gli stili interpretativi e gli impasti strumentali così diversi,
la poetica dei testi così mutevole, che passare da un brano all'altro
significa di fatto entrare in una condizione emozionale completamente nuova,
che ispira e favorisce un portamento e uno stile che non è mai lo stesso.
In origine il tango è solo musica per accompagnare la danza.
Viene suonato per strada o in feste private e per questo
gli strumenti devono essere facilmente trasportabili.
Il conjunto tipico è un trio di flauto,
arpa e
violino oppure flauto, chitarra e violino
o anche clarinetto, chitarra
e violino.
Successivamente il flauto viene sostituito dal
bandoneòn,
che grazie al genio di numerosi interpreti,
nel nuovo secolo diventerà la voce più caratteristica del tango.
Questo strumento ha una straordinaria capacità espressiva,
un timbro alquanto singolare e inoltre, agendo con abilità sul mantice,
permette di ricavare variegate coloriture sonore
e accentuazioni dinamiche.
Il
bandoneòn
impresse al tango la caratteristica cadenza struggente
e quasi lacerante che lo fece diventare veicolo per eccellenza di tutte
le passioni dell'animo umano.
All'inizio del XX secolo, il tango comincia ad
entrare nei teatri e nei caffè. Non è più
indispensabile avere strumenti facilmente trsportabili
e così si impone il trio
bandoneòn,
violino e pianoforte e l'orchestrazione
diviene sempre più ricca.
Intorno al 1910 al trio si sostituisce
il sexteto tipico: 2 bandoneònes, 2 violini,
pianoforte e contrabbasso e qualche anno dopo
vengono aggiunte anche le parole e il canto.
Cominciano così a
dedicarsi al tango strumentisti e direttori
sempre più colti musicalmente, molti dei quali di discendenza italiana.
Il vero successo arriva però soltanto verso il 1913, vale a dire
dopo che la Francia e l'Europa intera lo riconoscono
come il ballo del momento.
A Buenos Aires vengono aperti lussuosi locali
con nomi francesi e arredati secondo la moda parigina.
Dopo averlo inventato, ostacolato e deriso,
l'Argentina adotta ufficialmente il tango, che diventa
la più grande attrazione artistica del paese.
In Europa approda nel 1911.
Viene presentato all'Esposizione Universale di Parigi
e riceve consensi entusiastici sia da parte dei maestri di
ballo che da gran parte del pubblico,
ma desta scandalo e indignazione
non soltanto nel mondo ecclesiastico ma anche in quello accademico.
La stampa non perde occasione per
lanciare messaggi allarmanti sostenendo che il
tango è un attentato alla morale in quanto consente
di fare in pubblico cose che nel privato farebbero arrossire
qualsiasi persona perbene.
Ciò nonostante gli addetti ai lavori,
più realisti e lungimiranti dei giornalisti,
riconoscono la potenza di questa danza e si mettono
al lavoro per farla accettare anche dai benpensanti.
In breve tempo il tango conquista tutte le città
europee e americane e nascono ovunque scuole e locali dedicati
a questo fenomeno. Sopravvive a due guerre mondiali e arriva ai
giorni nostri con la freschezza, il vigore e la passione delle origini.
I principali interpreti
Julio e Francisco De Caro, musicisti di estrazione classica,
portano nel tango degli anni '20 una straordinaria inventiva,
che si esprime in contrasti dinamici,
fantasie contrappuntistiche e interessanti effetti sonori.
Francisco Canaro introduce l'uso dell'estibillista
(un cantante che interviene solo nel ritornello) preferendo un
modello di esecuzione che non è nè semplicemente strumentale,
nè pienamente vocale.
Juan D'Arienzo
sviluppa un ritmo molto ballabile,
quasi ossessivamente metronomico, alternando pause a strappate
simili a colpi di frusta.
Carlos Di Sarli
accresce il ruolo degli gli archi,
usa spesso fraseggi melodici che valorizzano l'unisono
e ritmi articolati su contrasti legato-staccato.
Osvaldo Pugliese
si distingue per ardite tessiture armoniche ed una accentuata poliritmia,
ovvero una particolare forma di
canyengue
da lui stesso chiamato la yumba.
Carlos Gardel, nei pochi anni della sua carriera, mediante
la sua voce ha fatto conoscere la musica del tango
alla gente di tutto il mondo.
Pezzi ora considerati classici del tango come
mi noche triste, la cumparsita, el choclo,
caminito ... sono diventati tali per merito suo.
La sua morte prematura ne ha fatto un mito ed ha contribuito
a far crescere notevolmente l'amore per il tango.
Astor Piazzolla è sicuramente il più autorevole
compositore di tango degli ultimi decenni.
La sua originalità consiste
nell'aver introdotto nel tango elementi nuovi presi da altri generi
musicali come il jazz, e strumenti alternativi come
chitarra elettrica e xilofono, costruendo in tal modo
un prodotto musicale di altissima qualità, preso in seria
considerazione anche dagli accademici della musica.
Oltre che dal libro già citato,
parte di queste note sono state raccolte girando nella rete,
in particolare nei siti
medialuna,
sogni di tango e
superBALLO,
che ora non esistono più (o hanno cambiato indirizzo).