Il Clarinetto - un po' di storia


Il capostipite della famiglia dei clarinetti fu probabilmente la ciaramella. Sembra infatti che lo chalumeau, da cui il clarinetto discende in modo diretto, altro non fosse che una versione perfezionata della ciaramella. Lo chalumeau, usato in alcune partiture francesi, era comunque uno strumento primitivo, di scarsa intonazione e dal quale si potevano ottenere soltanto pochi suoni e precisamente la scala naturale dal fa (sul terzo spazio in chiave di fa) al sol sulla seconda riga in chiave di sol).

Il primo strumento musicale con il nome di clarinetto nasce a Lipsia ad opera di Johann Christoph Denner (1655-1707), il quale, modificando la posizione dei fori, riesce a migliorare notevolmente l'intonazione dello chalumeau, ma soprattutto aggiunge un foro (di risonanza) nella parte alta dello strumento, l'apertura del quale permette di ottenere la scala degli armonici (un'ottava a partire dal do sul terzo spazio in chiave di sol) ampliando così, in modo notevole, l'estensione sonora dello strumento precedente. Il Denner aggiunge anche le prime chiavi (la chiave del la e il portavoce) per ottenere alcuni suoni mancanti, ma non tutti.

L'opera viene portata avanti da Bartoldo Fritz (morto nel 1766), il quale allunga lo strumento per ottenere il mi basso e aggiunge la prima chiave lunga per ottenere il si (sulla terza riga in chiave di sol). Lo strumento così ottenuto permette di ottenere la scala naturale e anche qualche accidente. Il lavoro iniziato dal Denner viene infine completato da Joseph Beer (1744-1811, fodatore della prima scuola di clarinetto in Germania), Saverio Lefèvre (1791, Professore di clarinetto al Conservatorio di Parigi) e Simiot Giacomo Francesco (1808, fabbricante di strumenti musicali di Lione), che aggiungono altre chiavi per ottenere gli accidenti mancanti.

Il clarinetto moderno a 13 chiavi fu costruito da Ivan Müller nel 1812. Quest'ultimo, oltre che completare la scala cromatica, migliora la sonorità e l'intonazione e semplifica il meccanismo. Un ulteriore miglioramento si deve attribuire senza dubbio ad August Buffet (1843, fabbricante di strumenti musicali), che applica il sistema Boehm al clarinetto migliorandone le prestazioni. Ulteriori perfezionamenti, soprattutto per quanto concerne la meccanica, vengono effettuati da Evette e Scafferer (1885) della nota casa Buffet Crampon (1830).

Il clarinetto venne usato in orchestra fin dalla metà del XVIII secolo in sotituzione del clarino e, dopo l'invenzione del sistema Müller (1812), nelle bande in sostituzione dell'oboe.

Dal clarinetto, originariamente in do, derivano parecchi altri strumenti, di varie forme e dimensioni. Il clarinetto per antonomasia è ora in sib (soprano).
I clarinetti moderni sono fatti con legno di ebano (il più diffuso) o legno di bosso o metallo. Il bocchino porta una sola linguetta vibrante in legno o canna di bamboo, detta ancia. Il suo timbro è assai ricco, pastoso, morbido. Ha suoni vellutati nelle melodie delicate ed è brillante nei passaggi di agilità con pari abilità della voce umana. Nelle bande riveste un compito di grande responsabilità in quanto ricopre il ruolo principale, che nelle orchestre è riservato ai violini.