La termodinamica: dal macroscopico al microscopico

 

Istruzioni d'uso

Il punto di partenza. Quando mi è stato chiesto se ero disponibile a tenere una relazione sulla nascita della fisica moderna a partire dalla termodinamica, ho accettato volentieri, non solo per il fatto che si tratta di un argomento che mi interessa, ma anche perché pensavo di cavarmela a buon mercato. Dato che uno dei corsi che tengo abitualmente agli studenti del corso di laurea in fisica inizia proprio con una breve discussione sulla crisi della fisica classica e l'inizio della meccanica quantistica, la mia idea era quella di riaggiustare quel materiale e presentarlo in forma di relazione pubblica. Mi sono accorto poi che la cosa non avrebbe funzionato per il semplice fatto che quel materiale, benché fosse funzionale al corso in questione, non si prestava minimamente ad essere approfondito. In breve, le cose che ero abituato a raccontare, avendole apprese da altri ed avendole lette sui testi introduttivi alla fisica moderna, sembravano sfuggire ad un'analisi profonda, se non addirittura mettersi di traverso. Preso da un certo smarrimento, mi sono dedicato alla lettura di documenti di prima mano (Planck, Boltzmann, Poincaré, Kelvin e altri) e qualche buon libro di storia della scienza. Ho così capito che la questione era anche più interessante di quanto pensassi all'inizio.

La forma e il contenuto. Ho scelto di presentare il materiale raccolto seguendo uno schema che evidenziasse il percorso della mia indagine: il fatto di essere partito con una certa idea sui fattori che portarono alla fisica moderna e di essere poi finito su strade diverse da quelle previste, arrivando a conclusioni che, personalmente, mi hanno alquanto sorpreso. Per questo ho scelto come filo conduttore la possibile analogia con un romanzo giallo. Ma attenzione: si tratta solo di un pretesto per attirare l'attenzione su alcuni aspetti ritenuti rilevanti. Nulla di più. Piuttosto, ci si può chiedere quale sia la tesi sostenuta nella relazione, se questa tesi esiste. La tesi esiste, ed è riassunta negli ultimi due capitoli (Un colpo di scena? Il finale non c'è), ma è importante sottolineare che non si tratta di una mia tesi originale. Si trova già in letteratura (si veda, ad esempio, il libro di Bellone citato nella bibliografia, oppure i lavori di Helge Kragh, pure citati) e l'ho scelta perché, tra quelle esistenti, era quella che mi convinceva di più. Non si pretenda da me qualche idea fondamentalmente nuova sulla storia della scienza. Non è il mio campo.

I contributi altrui. Una buona parte di quello che è scritto in questa relazione non è mio, ma è materiale che si trova in rete, oppure testi trascritti dalle opere mano a mano citate. Non ho fatto alcun tentativo di mascherare la farina altrui, anzi, l'ho messa in evidenza usando un colore di sfondo diverso. Così si vede bene il tipo di lavoro svolto: scelta di alcuni documenti e loro ordinamento secondo un certo schema di racconto. Sia la selezione che l'ordine delle citazioni è naturalmente funzionale alla tesi finale e, dunque, potrebbe essere soggetto alla critica, oppurtuna e benvenuta, di chi ha opinioni diverse sullo svolgimento dei fatti.

Altre istruzioni:

  • Il materiale, pur essendo messo a disposizione in rete (previa conoscenza di username e password) non dovrebbe essere oggetto di abuso, nel senso che non dovrebbe essere riutilizzato, in parte o del tutto, in documenti, testi o ipertesti distribuiti a fini di lucro. Questo vale in special modo per i brani tratti da testi già pubblicati e soggetti a diritti d'autore. Uno degli scopi di questa relazione, piuttosto, è quello di mostrare che è sempre preferibile una lettura personale dei testi originali, piuttosto che una fiducia cieca nelle sintesi altrui.

  • Se intendete stampare queste pagine web, ricordatevi che può essere conveniente disattivare la stampa dei colori di sfondo, per evitare di consumare inutilmente il toner della vostra stampante. Il colore di sfondo è funzionale alla visualizzazione su monitor, ma non alla stampa.

  • Alcuni documenti sono riportati in lingua originale. Un po' alla volta troverò il tempo per tradurli in italiano. Alcuni li ho già tradotti cercando di mantenere intatto il senso, malgrado i miei limiti come traduttore. Il fatto che la traduzione possa apparire zoppicante ad un lettore amante della lingua italiana, mi rafforza nel suggerire caldamente la consultazione dei testi originali nei quali, tra l'altro, si troveranno molte altre cose da imparare rispetto a quanto si racconta in queste pagine.