Moto di una particella in un campo di forze centrali

Studiamo il moto di una particella di massa m in un generico campo di forze centrali, descritto dalla funzione energia potenziale . Nota la posizione iniziale, , e la velocità iniziale, , della particella ed il campo di forze determiniamo le equazioni orarie e la traiettoria del moto.

Dato che un campo di forze centrali ha simmetria sferica, è più conveniente esprimere il moto in coordinate polari (Fig. 1). Le equazioni orarie che cerchiamo sono: , , e ; la traiettoria è: .

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Fig. 1

Un campo di forze centrali è conservativo, per cui l'energia meccanica H della particella, data dalla somma dell'energia cinetica wpe2.gif (978 byte) e dell'energia potenziale U(r),

 ,

rimane costante nel tempo e nello spazio. Il suo valore è determinato dalle condizioni iniziali e e vale:

(1)

In un campo centrale si conserva anche il momento angolare . Infatti il momento della forza rispetto al centro del campo O, wpe2.gif (931 byte), è nullo dato che forza e raggio vettore sono paralleli; dal fatto che wpe3.gif (1005 byte)  consegue che si conserva. E così anche è fissato dalle condizioni iniziali e vale:

wpe3.gif (996 byte)

Dalla conservazione della direzione del momento angolare si deduce che il moto si svolge sempre sul piano definito dai vettori e e quindi, che è costante. Ne consegue che la traiettoria della particella giace sul piano normale alla direzione di (Fig. 1). Dato che è fissato, la equazione della traiettoria sarà perciò una funzione dipendente solo dall'angolo (Fig. 2), cioè:

 

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Fig. 2

Esprimendo la velocità nelle componenti radiale e normale al raggio vettore, (Fig. 2), anche l'energia cinetica della particella può essere suddivisa nelle componenti radiale, Er, e normale, Eq:

dove, ed .

Eq può essere espressa in funzione del momento angolare L; dimostriamo che . Per far ciò calcoliamo il modulo del momento angolare:

(2)

Ricavando la velocità angolare wpe4.gif (927 byte) da quest'ultima espressione, e sostituendola in Eq, si ottiene la dipendenza cercata di Eq da L. Si ha così che:

(3)

Il termine viene denominato potenziale centrifugo a causa della sua dipendenza da r. L'aggettivo centrifugo è dovuto al fatto che la derivata

 

è una forza diretta nella stessa direzione del raggio vettore. Sostituendo la (3) nella (1) si ha:

(4)

Può sembrare strano che compaia una forza fittizia quando si era partiti con l'analizzare il moto in un riferimento inerziale. Di fatto, la dipendenza di da r implica che il bilancio energetico espresso dall'eq. (4) dipende dalla sola variabile dipendente r, e non da , il che equivale ad analizzare il moto da osservatori non inerziali rotanti con il raggio vettore r. L'energia riportata tra parentesi quadre nell'eq. (4), a causa della dipendenza da r, è detta energia potenziale efficace, Ueff:

(5)

Ueff gioca un ruolo importante nella descrizione del moto di una particella in un campo di forze centrali. Un caso particolare è il moto planetario. L'equazione (4) mostra che la componente radiale del moto costituisce un moto unidirezionale nel campo di energia potenziale Ueff.  L'equazione (4) mostra che la componente radiale del moto può essere considerata un semplice moto unidirezionale in un campo di forza di energia potenziale Ueff.
Dalla (4) si ricava che il modulo della velocità radiale vr = dr/dt è:

(6)

dei due segni d'ora in poi prenderemo in considerazione uno dei due segni, per esempio quello positivo, dal momento che il verso di percorrenza della traiettoria è fissato dalle condizioni iniziali, ovvero dalla direzione del momento angolate . I valori di r per i quali il termine tra parentesi tonde

(7)

si annulla, determinano i confini del moto per quanto riguarda la distanza dal centro di forza. Infatti se l'uguaglianza (7) è soddisfatta la velocità vr = dr/dt si annulla. Questo però non vuol dire che la particella si ferma (come di fatto avverrebbe in un moto unidimensionale) dal momento che la velocità angolare dq/dt non può annullarsi se L è diverso da zero (eq. (2)). L'uguaglianza vr = dr/dt = 0 comporta un punto di svolta della traiettoria in cui r(t) da crescente diventa decrescente o viceversa (vedi diagrammi dell'energia).
L'equazione oraria r = r(t) si ricava dall' eq. 6 per semplice separazione delle variabili r e t :

(8)

Integrando tra la posizione iniziale r0 al tempo t0 = 0, e la posizione r nel generico istante t, si ha:

(9)

Sostituendo nell'eq. 9 la funzione energia potenziale che descrive il campo di forza, e risolvendo l'integrale si ottiene l'equazione r = r(t).

Nota la r = r(t), l'equazione oraria q = q(t) si ottiene sostituendo nell'eq. 2 la funzione r(t) e separando le variabili q e t:

(10)

Integrando tra la posizione angolare iniziale q0 e la posizione q al generico istante t, si ricava l'equazione oraria q = q(t):

(11)

Ancora una volta, l'integrale a primo membro potrà essere risolto nota la funzione U = U(r); nel seguito porteremo come esempio il caso del potenziale gravitazionale.
L'equazione della traiettoria si ottiene osservando che la velocità radiale può essere scritta come:

(12)

Sostituendo nell'eq.12 la velocità radiale (eq. 6) e la velocità angolare dq/dt ricavabile dall'eq.2, si ha:

(13)

da cui, separando le variabili r e q si ottiene:

e, integrando si ha:

(14)

Inserendo nell'eq. 14 la funzione energia potenziale ed integrando si ottiene finalmente l'equazione della traiettoria in coordinate polari r = r(q).

Come vedremo analizzando i diagrammi dell'energia, la variazione di r nel tempo ed in funzione di q, a seconda delle condizioni iniziali, può essere vincolata alla condizione , o alla condizione . Nel primo caso la traiettoria della particella è sicuramente aperta, essa proviene dall'infinito e torna all'infinito. Nel secondo caso (Fig. 3) il moto è finito e la traiettoria giace in una corona circolare delimitata dalle circonferenze aventi raggi: rmin ed rmax. Ciò però non significa che la traiettoria sia necessariamente chiusa. Nell'intervallo di tempo in cui r varia da rmax ad rmin e di nuovo ad rmax il raggio vettore ruota di un angolo Dq ottenibile dall'eq. 14 è:

(15)

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Fig. 3 Dq è l'angolo sotteso dall'arco AB


Moto in un campo gravitazionale

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