Cenni storici
Da parecchi anni gli archeologi trovano nell'ambito dei confini comunali
e nell'immediata periferia un terreno fertile per i propri scavi e tali
appassionate ricerche hanno gia' dato importanti risposte a chi si
interrogava sul passato di Trento. Grazie in particolare ad alcuni
ritrovamenti che hanno riportato alla luce reperti conservati
perfettamente, e' possibile affermare che i primi insediamenti umani nel
trentino risalgono al periodo neolitico. Gli uomini primitivi, che erano
cacciatori e nomadi, vennero da sud-ovest (Ibero-Liguri), dai passi di
Resia e del Brennero.
Dalla preistoria alla storia, arriviamo al quinto secolo avanti Cristo,
quando i Galli Cenomani si sovrapposero alla popolazione indigena. Il
loro dominio duro' circa 3 secoli, cioe' fino all'epoca dell'avvento
della civilta' romana che e' dato appunto nel secondo secolo a.C. I romani si
fermarono a Trento a lungo, esattamente fino al quarto secolo d.C.,
periodo in cui iniziano le invasioni barbariche (nel 451 gli Unni di
Attila, nel 480 i Goti, nel 539 i Franchi, nel 568 i Longobardi, net 770
nuovamente i Franchi.
Un altro passaggio importante nella storia della citta' e' costituito
dall'inizio del Principato Vescovile che, sotto la protezione degli
imperatori tedeschi, caratterizzo' la societa' trentina dal 1027 al
1801, arco di tempo in cui, con alternate vicende e fortune, si sono
susseguiti 51 principi vescovi. Tra i momenti di crisi possiamo
annoverare l'occupazione da parte di Ezzelino da Romano (1239-1255), le
lunghe lotte sostenute dai vescovi contro i conti di Tirolo e la
minaccia dei Veneziani, gia' padroni della Valle Lagarina (1416-1487).
Periodo particolarmente significativo e' il 1407 quando i cittadini
capeggiati da Rodolfo Belenzani, insorsero contro l'oppressione del
Principe Vescovo Giorgio di Lichtenstein e rimasero padroni di Trento
per un paio di anni.
Gli anni piu' felici, invece, furono quelli sotto il principe-vescovo
Federico Vanga (1207-1218), che promulgo' lo statuto delle miniere
argentifere del Calisio e che diede inizio alla fabbrica del Duomo;
Bernardo Clesio (1514-1539), che resse il Magno Palazzo al Buonconsiglio
e ne fece una residenza principesca e che nel 1525 soffoco' la guerra
rustica (la sommossa dei contadini dei feudi); il cardinale Cristoforo
Madruzzo che resse la diocesi nel momento piu' solenne, cioe' quello del
Concilio Ecumenico (1545-1563).
La fine di questa epoca comincia praticamente il 5 settembre 1796 con
l'entrata in citta' di Napoleone che avrebbe poi secolarizzato il
principato vescovile. Nel 1803 il trentino venne incorporato dal Tirolo
e, fatta eccezione per due brevi parentesi (1810-1813), tutta la
provincia di Trento rimase sotto l'impero austriaco fino al 1918.
Il Concilio
Trento deve senza dubbio la sua fama mondiale al fatto di essere stata
sede del XIX Concilio Ecumenico, noto appunto come Concilio di Trento.
Il Concilio di Trento, che si svolse in 3 sessioni e' stato il piu'
lungo, il piu' importante e il piu' carico di influenze tra quelli
celebrati dalla Chiesa. Dal 1545 al 1563, tanto duro' l'eccezionale
avvenimento, Trento fu' al centro dell'interesse mondiale e rappresento'
il momento emblematico di confronto fra le varie correnti di pensiero
religioso, comprese quelle alimentate dal Protestantesimo.
Quello di Trento, fu' un Concilio travagliato fin dalla sua
convocazione. L'assise si sarebbe dovuta tenere a Mantova a partire dal
23 maggio 1537, prima, a Vicenza dal 1 maggio 1538, poi.
Una serie di gravi problemi interni ed esterni alla Chiesa (tra cui
anche la guerra tra Francesco I e Carlo V ) provoco' pero' numerosi
rinvii.
Alla fine, anche se con qualche perplessita, Papa Paolo III convoco' il
Concilio a Trento con la Bolla "Initio Nostri Huius Pontificatus" che
fissava la data di inizio all'1 novembre 1542. Ma anche questo tentativo
falli'.
Dopo la pace di Crepy tra Francesco I e Carlo V, Paolo III riconvoco' il
Concilio a Trento per il 15 marzo 1545 con la Bolla "Laetare Jerusalem"
che mise a fuoco i temi dei lavori (la condanna degli errori nel campo
della fede, la riforma degli abusi, la reintegrazione dell'unita' della
Chiesa con rientro dei dissidenti, la crociata contro i Turchi).
Di fatto, il Concilio si apri' con diversi mesi di ritardo. L'11
dicembre 1545 un messo papale porto' a Trento il Breve di Paolo III che
indiceva l'apertura del Concilio per il giorno 13. L'assise si apri' con
una lunga processione che si snodo' dalla Chiesa della SS. Trinita' fino
al Duomo dove il Vescovo di Bitonto tenne l'omelia ufficiale. Erano
presenti 4 cardinali, 4 arcivescovi, 5 generali di ordini religiosi, 42
teologi, 8 giuristi, 2 ambasciatori e 8 nobili locali.
Le sessioni generali del Concilio si svolsero nella Cattedrale di San
Vigilio; i lavori terminarono il pomeriggio del 4 dicembre 1563.
Il papa Pio IV con la Bolla "Benedictus Deus" nel 1564 approvo'
integralmente i decreti conciliari.
Lo Stemma della Citta'
L'aquila di San Venceslao, che rispetto all'originale ha subito col
passare dei secoli alcune modifiche, e' lo stemma ufficiale di Trento
dal 1407 (anno dell'insurrezione di Rodolfo Belenzani); anche se il Re
Givanni di Lussemburgo dono' il simbolo della citta' molto prima,
precisamente " a Bratislava nell'anno del Signore 1339" (come si desume
dal testo della concessione dello stemma di S. Venceslao al vescovo e
alla chiesa trentina).
Appena tre anni prima, nel 1336, Carlo di Boemia figlio maggiore del re
Giovanni di Lussemburgo, si era insediato nel castello di tirolo quale
reggente in vece del fratello minore che nel 1330 si era sposato con
Margherita di Maultasch, contessa di Tirolo. Carlo di Boemia aveva
portato con se' il cancelliere Nicolo' da Bruna che nel 1338, grazie
all'influente appoggio di re Giovanni, venne nominato vescovo di Trento.
In questo modo fu' possibile alla Casa di Boemia assicurarsi la completa
fedelta' e sottomissione del Principato trentino.
Il 9 agosto 1339, per ricompensare il principe vescovo dell'amicizia
sempre dimostratagli, re Giovanni volle concedere, a Nicolo' ed ai suoi
successori sulla cattedra di S.Vigilio, lo stemma di S.Venceslao.
Monumenti e itinerari turistici
Da piazza Duomo verso via Cavour, via Belenzani, piazza Pasi, via
S.Vigilio si apre il centro storico, parte del quale e' chiuso al
traffico.
Lasciando alle spalle la Cattedrale, la Torre Civica, Palazzo Pretorio
(Museo diocesano di arte sacra), la Fontana del Nettuno e le case affrescate che fanno di piazza Duomo una delle piazze piu' belle
d'Italia, ci si immette in via Belenzani, che termina sulla facciata
della chiesa di S.Francesco Saverio o dei Gesuiti e lungo la quale si
ergono Palazzo Thun (sede comunale), ed alcune residenze nobiliari
ricche di ornamenti.
Proseguendo sulla sinistra si arriva in via Roma (dove c'e' la
biblioteca comunale) che a ovest finisce con la Torre Vanga, antico
caposaldo romano che prende il nome dal vescovo Federico vanga che la
fece ricostruire. Proseguendo invece a destra si passa in via
Gianantonio Manci, da cui si puo' iniziare quello che i trentini
chiamano il "Giro al Sass". Si tratta di una tradizionale passeggiata,
animata per lo piu' nel tardo pomeriggio in prevalenza dai giovani, che
porta in via San Pietro, Largo Carducci, via Oriola e via Oss Mazzurana.
Al centro di questa area c'e' Piazza Cesare Battisti, che e' stata
ricavata dopo lo smembramento del quartiere popolare di San Benedetto
(due affreschi della galleria ad ovest della piazza ricordano questa
parte della perduta della citta').
Piazza Cesare Battisti, che risale all'epoca fascista (1923-38) e piazza
Duomo rappresentano i due punti della Citta' dove si sono svolte e si
svolgono tuttora le piu' importanti manifestazioni religiose, politiche
e sociali.
L'abbazia di S. Lorenzo, stupendo esempio dell'architettura romana del
XII secolo, si erge sul lato di piazza Dante tra la stazione ferroviaria
e quella delle auto corriere.
La chiesa di S.Maria Maggiore (1520-1524) si erge nell'omonima piazza stretta
tra via Prepositura e via Cavour.
Il Castello del Buonconsiglio, residenza
dal 1255 dei principi vescovi di Trento e oggi sede del Museo
Provinciale d'arte e del Museo Storico in Trento, deve
la sua denominazione al dosso roccioso su cui venne eretto a ridosso
delle mura urbane duecentesche, che era denominato "Malconsey".