next up previous
Next: About this document ... Up: Geometria 1 Previous: Geometria 1

Soluzioni proposte

Soluzione dell'esercizio 1  Osserviamo che le tre rette Li sono a due a due incidenti e i punti di intersezione sono dati da:

\begin{displaymath}\begin{array}{rclcl}
P_0 & = & (1,0) &&(L_2\cap L_3) \\
P_...
...(L_1\cap L_3) \\
P_2 & = & (1,1) &&(L_1\cap L_2)
\end{array}\end{displaymath}

Le due rette M1 e M2 sono parallele, quindi non può esistere alcuna affinità che porti L1 su M1 e L2 su M2.

Le tre rette Ni sono anch'esse a due a due incidenti e i tre punti di intersezione sono:

\begin{displaymath}\begin{array}{rclcl}
Q_0 & = & (-3,0) &&(N_2\cap N_3) \\
Q...
...(N_1\cap N_3) \\
Q_2 & = & (0,1) &&(N_1\cap N_2)
\end{array}\end{displaymath}

Sia i punti P1 che i Qi sono in posizione generica (non sono allineati) e quindi esiste una unica affinità $\varphi$ tale che $\varphi(P_i)=Q_i$ per ogni i. D'altra parte, visto che un'affinit'à porta rette in rette, tale affinità dovrà necessariamente portare ogni Li su Ni (la retta per Pi e Pj viene portata sulla retta per Qi e Qj. D'altra parte, un'affinità che porti ogni retta Li su Ni dovrà necessariamente portare i punti di intersezione delle rette Li nei punti di intersezione delle corrispondenti rette Ni e quindi, per quanto detto sopra, una tale affinità è unica.

Costruiamola. Siano

\begin{displaymath}\begin{array}{rcl}
v_1 & = & P_1-P_0 = (1,0) \\
v_2 & = & ...
...& Q_1-Q_0 = (4,-1( \\
w_2 & = & Q_2-Q_0 = (-3,1)
\end{array}\end{displaymath}

L'applicazione lineare che porta vi su wi è allora definita dalla matrice $
\left(
\begin{array}{cc}
4 & -3 \\
-1 & 1
\end{array} \right)
$e quindi l'affinità è del tipo:

\begin{displaymath}\varphi(x_1,x_2)=
\left(
\begin{array}{cc}
4 & -3 \\
-1 ...
...
+
\left(
\begin{array}{c}
b_1 \\
b_2
\end{array} \right)
\end{displaymath}

Per determinare b1 e b2 imponiamo che $\varphi(P_0)=Q_0$ e otteniamo:

\begin{displaymath}\left(
\begin{array}{c}
b_1 \\
b_2
\end{array} \right) =...
..._0 =
\left(
\begin{array}{c}
-7 \\
-1
\end{array} \right)
\end{displaymath}

    /icons/back.gif


Soluzione dell'esercizio 2  Esplicitando il sistema rispetto alla variabile y si trova la seguente forma parametrica della retta r:

\begin{displaymath}r=\{(3,0,-1)+t(-2,1,2):t\in\mathbb R\}
\end{displaymath}

dato che i vettori direzione delle due rette sono linearmente indipendenti, non può esistere una retta che sia parallela ad entrambe.

Determiniamo una retta passante per P ed incidente ad entrambe. Osserviamo che se una tale retta esiste, deve essere contenuta nell'intersezione dei due piani $\Pi$, passante per P e contenente R, e $\Sigma$, passante per P e contenente s. Determiniamo questi due piani:

Il fascio di piani per r è dato da $\alpha(x + z - 2)+\beta(2 y - z - 1)=0$che contiene il punto P se e solo se $\beta = 0$ e quindi $\Pi$ ha equazione x+z-2=0.

Equazioni cartesiane della retta s sono date da:

\begin{displaymath}\left\{
\begin{array}{l}
x - z = 2 \\
2 x - y = 1
\end{array} \right.
\end{displaymath}

Quindi il fascio di piani per s è dato da: $\alpha(x - z - 2)+\beta(2 x - y
- 1)=0$ che contiene il punto P se e solo se $-2\alpha - \beta =0$ e quindi il piano $\Sigma$ ha equazione 3 x - 2 y + z = 0.

L'intersezione dei due piani è data da:

\begin{displaymath}\left\{
\begin{array}{l}
x + z - 2 = 0 \\
3 x - 2 y + z = 0
\end{array} \right.
\end{displaymath}

Evidentemente questo sistema ha rango 2 e quindi descrive una retta R, quindi se una retta passante per P ed incidente alle due rette date esiste, allora deve coincidere con questaR. Proviamo che effettivamente R è incidente sia a r che a s.

Intersechiamo R con r:

\begin{displaymath}\left\{
\begin{array}{l}
x + z - 2 = 0 \\
3 x - 2 y + z =...
...ay}{l}
x = 1/3 \\
y = 4/3 \\
z = 5/3
\end{array} \right.
\end{displaymath}

Intersechiamo R con s:

\begin{displaymath}\left\{
\begin{array}{l}
x + z - 2 = 0 \\
3 x - 2 y + z =...
...}
t = 1 \\
x = 2 \\
y = 3 \\
z = 0
\end{array} \right.
\end{displaymath}

Per tantola retta R è effettivamnente incidente sia a r che a s.     /icons/back.gif


Soluzione dell'esercizio 3  Consideriamo le due coniche degeneri date dalle coppie di rette passanti rispettivamente per P1P3 e P2P4 e per P1P4 e P2P3, che hanno equazione rispettivamente:

\begin{displaymath}x ( x - y - 1 ) = 0
\quad\hbox{\rm {e}}\quad
y ( y - 2 ) = 0
\end{displaymath}

Il fascio di coniche ha allora equazione:

\begin{displaymath}\alpha x ( x - y - 1 ) + \beta y ( y - 2 ) = 0.
\end{displaymath}

Perché il punto P5 appartenga alla conica deve aversi $-\alpha - \beta =
0$, quindi la conica cercata, che è unica, ha equazione:

x2 - y2 - x y - x + 2 y = 0.

La matrice della conica è data da:

\begin{displaymath}A= \left(
\begin{array}{cc\vert c}
1 & -1/2 & -1/2 \\
-1/...
...-1 & 1 \\ \noalign{\hrule }
-1/2 & 1 & 0
\end{array} \right)
\end{displaymath}

Un semplice calcolo mostra che $\det A= -1/4 \ne 0$, per cui la conica è non degenede, e $\det A_infty = -5/4< 0$ e quindi la conica è un'iperbole.     /icons/back.gif


Soluzione dell'esercizio 4  Usiamo il metodo di Jacobi. Consideriamo la base standard dei polinomi, E1=1,E2=x,E3=x2, rispetto a tale base la matrice del prodotto scalare è data da:

\begin{displaymath}\left(
\begin{array}{ccc}
1 & 4 & 0 \\
4 & 0 & 4 \\
0 & 4 & 0
\end{array} \right)
\end{displaymath}

. Dato che $\langle E_1,E_1\rangle=1$ possiamo considerare la nuova base:

\begin{displaymath}\begin{array}{rcl}
P_1 & = & E_1 \\
P_2 & = & E_2 - \frac{...
...1\rangle}{\langle E_1,E_1\rangle} E_1
= E_3 = x^2
\end{array}\end{displaymath}

Rispetto a questa nuova base la matrice del prodotto scalare diventa:

\begin{displaymath}\left(
\begin{array}{ccc}
1 & 0 & 0 \\
0 & -16 & 4 \\
0 & 4 & 0
\end{array} \right)
\end{displaymath}

Poniamo ora

\begin{displaymath}\begin{array}{rcl}
Q_1 & = & P_1 = 1 \\
Q_2 & = & P_2 = x ...
... = P_3 - \frac{1}{4} P_2 = x^2 - \frac{1}{4} x + 1
\end{array}\end{displaymath}

e otteniamo in tal modo una base ortogonale. La matrice rispetto a tale base è data da:

\begin{displaymath}\left(
\begin{array}{ccc}
1 & 0 & 0 \\
0 & -16 & 0 \\
0 & 0 & -3
\end{array} \right)
\end{displaymath}

quindi l'indice di positività è 1 e quello di negatività è 2.     /icons/back.gif


Soluzione dell'esercizio 5  1. Se $f\in V^*$ allora

\begin{displaymath}\langle f,f\rangle=\sum_{i=1}^k f(v_i)^2 \ge 0.
\end{displaymath}

qyuindi $\langle ,\rangle$ è semidefinito positivo.

2. Indichiamo con $W=\left\langle {}v_1,\dots,v_k\right\rangle$. Chiaramente se $\ker f\supseteq W$ allora f(vi)=0 per ogni i e quindi, per ogni $g\in V^*$si ha

\begin{displaymath}\langle f,g\rangle=\sum_{i=1}^k f(v_i)g(v_i)=\sum_{i=1}^k 0g(v_i)=0.
\end{displaymath}

Viceversa, supponiamo che $\langle f,g\rangle=0$ per ogni g. Dimostriamolo prima per il caso in cui i vi siano linearmente indipendenti. Se i vi sono indipendenti, allora per ogni j esiste un funzionale $g_j\in V^*$ tale che

\begin{displaymath}g_j(v_i)=
\Big\langle
\begin{array}{lcl}
0 &&\hbox{\rm {se }} i \ne j \\
1 &&\hbox{\rm {se }} i = j
\end{array}\end{displaymath}

(ad esempio si estenda $\{v_1,\dots,v_k\}$ ad una base di V e se ne prenda la base duale. Ma allora

\begin{displaymath}0 = \langle f,g_j\rangle=\sum_{i=1}^k f(v_i)g_j(v_i)=f(v_j) \qquad
\forall j=1,\dots,k
\end{displaymath}

e quindi $\ker f\supseteq W$.

Vediamo ora il caso generale. Estraiamo da $\{v_1,\dots,v_k\}$ una base di W. Possima supporre, a meno di rinumerare i vettori, che i primi s dei vicostituiscano una tale base. Ogni altro dei vi si scriverà come combinazione lineare di questi, ossia:

\begin{displaymath}v_{s+i} =\sum_{h=1}^s \alpha_{ih}v_h\qquad i=1,\dots,k-s.
\end{displaymath}

Siano $g_j\in V^*$ definiti come prima, rispetto a $v_1,\dots,v_s$, allora per ogni $j=1,\dots,s$ si ha:

\begin{displaymath}\begin{array}{rcl}
0 & = & \displaystyle\langle f,g_j\rangle...
...{k-s}
(\sum_{h=1}^s \alpha_{ih}f(v_h))\alpha_{ij}
\end{array}\end{displaymath}

Detti $A=(\alpha_{ij})$ e $w=\in\mathbb R^{s}$ il vettore la cui j-esima componente è f(vj), allora la relazione appena ottenuta si può riscrivere

\begin{displaymath}0 = w + {}^t\!\!AAw
\end{displaymath}

da cui, moltiplicando scalarmente per w (rispetto al prodotto scalare standard di $\mathbb R^s$), segue che

\begin{displaymath}0 = w\cdot w + w\cdot {}^t\!\!AAw = w\cdot w + (Aw)\cdot(Aw).
\end{displaymath}

Poiché i due addendi sono non negativi, affinché la loro somma sia nulla devono entrambi essere nulli. In particolare $w\cdot w=0$ e quindi w=0. Ma ciò significa che f(vj)=0 per ogni $j=1,\dots,s$. Dato che i $v_1,\dots,v_s$ sono una base di W questo significa che $\ker f\supseteq W$.

3. Osserviamo che:

\begin{displaymath}\langle f,f\rangle=0\iff \sum_{i=1}^k f(v_i)^2 = 0 \iff f(v_i)=0\quad\forall
i=1,\dots,k
\end{displaymath}

e quindi, se $\{v_1,\dots,v_k\}$ è un sistema di generatori di V, ciò implica che f(v)=0 per ogni $v\in V$ e quindi f=0.

Viceversa, supponiamo che $\langle ,\rangle$ sia definito positivo ma che $\{v_1,\dots,v_k\}$ non sia un sistema di generatori di V. Detto $W=\left\langle {}v_1,\dots,v_k\right\rangle$, esisterebbe allora un funzionale non nullo tale che $\setbox \restrictbox=\hbox{$\hbox{$f$ }_{W}$ } \setbox 0\hbox{$f$ } {{f}\,\vrul...
...box
depth\dp\restrictbox\, \hbox{\vrule depth\dp0 height \ht0 width0pt}_{W}}=0$, ma allora $\langle f,f\rangle=0$, contro l'assunto che $\langle ,\rangle$ sia definito positivo.     /icons/back.gif



next up previous
Next: About this document ... Up: Geometria 1 Previous: Geometria 1
Domenico Luminai
2000-02-14