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C

cablato p.p.
- Inserito all'interno di un programma in maniera tale che non possa essere modificato se non ricompilando il tutto. "La lunghezza massima utilizzata di una password è cablata nel programma di crittografia: è inutile usarne una più lunga".
campo sm.
- In una tabella, una delle caselle che la compone. Per estensione, una qualunque struttura in cui si possono inserire dei dati. "Nel campo data, devi mettere solo le ultime due cifre dell'anno". Etim.: dall'inglese field.
canonico agg.
- Nella maniera più "naturale" possibile, dato il contesto (le virgolette stanno a indicare che per la maggior parte della gente comune tale modo non è affatto naturale; ma d'altro canto la minoranza che generalmente usa questi termini è quasi sempre immediatamente d'accordo su queste cose). Ad esempio, il programma di test canonico è quello che scrive a video "Hello, world!" (o "Ciao, mondo!" se siete italianofili); i parametri canonici di connessione sono 8 bit dati, 1 bit stop, nessuna parità. In compenso, l'uso ecclesiastico della parola "canonico" (che concerne un canone, cioè una tradizione) non viene affatto considerato canonico!
cappelletto sm.
- Il carattere ASCII ^ , detto così perché assomiglia a un cappello da mettere sopra le lettere. È anche noto come "control", poiché viene preposto ad un carattere per indicare che in realtà esso deve essere premuto insieme al tasto control. Vedi anche #.
cardware agg. inv.
- Aggettivo riferito a un programma che è freeware, ma il cui autore gradirebbe una cartolina illustrata speditagli da chi ha apprezzato il programma stesso. Non è così difficile nè costoso, vero? Beh, vi assicuro che mi è capitato spesso di spedire una cartolina e sentirmi dire "Ehi, è la prima dall'Italia!". Chi ha orecchie per intendere...
caricare vt.
- Copiare un programma da dischetti (o CD-ROM, o persino lo stesso hard disk, se il programma è tenuto in forma compattata e quindi non eseguibile) sul disco rigido. "Per caricare Linux da CD-ROM ti occorre almeno una mezz'oretta".
cartware sm. inv.
- L'insieme di pratiche burocratiche che allontanano una persona da quella che dovrebbe essere la sua vera attività, vale a dire il divertirsi al terminale.
cascare vi.
- Di un sistema operativo, terminare brutalmente di funzionare a causa di qualche errore software o hardware (tipicamente molto grave, a meno che il sistema non sia un uindous). "Non è possibile! È già la terza volta questa settimana che il VAX casca..." Opp. tirare su.
cavo ermafrodito loc.
- Probabilmente la maggiore invenzione nell'elettronica, dopo la valvola. È un cavo (solitamente a 25 pin, come quelli delle RS-232) che da entrambe le parti termina con due connettori, un maschio e una femmina, in modo che possa essere utilizzato qualunque convenzione non abbiano seguito i costruttori hardware. Non lo si trova in nessun negozio, ma un qualunque perito anziano sa costruirne uno e ne tiene sempre una scorta per i casi della vita. È la prova inconfutabile che l'intelligenza umana sconfigge il marchettaro.
chiamare vt.
- Il termine corrispondente a lanciare, quando l'azione è fatta da un programma al suo interno. In altre parole, un sottoprogramma (una subroutine, se preferite) non viene lanciato, ma chiamato, visto che alla fine il controllo ritornerà al programma originale salvo eventi eccezionali.
ciattare vt. (var. chattare)
- Scambiarsi interattivamente messaggi in tempo reale in un BBS tra l'utente e il sysop oppure tra due o più utenti nel caso il BBS abbia più di una linea telefonica a disposizione. Un'altra delle caratteristiche che fanno perdere più soldi agli amanti di queste cose, e che fa imbestialire chi vorrebbe fare dell'altro e si trova bombardato da messaggi dei tipo "vieni in chat"? L'equivalente per chi si trova su Internet è l'ancor più brutto verbo "talkare". Etim.: dall'inglese to chat, chiacchierare.
ciclo sm.
- L'unità minima di tempo relativa a un calcolatore, quella cioè intercorrente tra due istanze del clock di sistema. Usato per indicare il tempo di CPU: "Questo programma consuma troppi cicli solo per calcolare la posizione a video di un oggetto". Sta cadendo in disuso.
cimire vt.,vr.
- Far diventare, o diventare, non funzionante. Detto di dispositivi elettronici, o comunque di oggetti che passano istantaneamente da uno stato di funzionamento a uno di non funzionamento. Es.: "Mentre stavo caricando Linux, mi si è cimito l'hard disk"; "Mi è caduto un cacciavite dentro il calcolatore e ho cimito un banco di RAM". Nonostante quello che potrebbe apparire dagli esempi, la differenza tra l'uso transitivo e quello impersonale del verbo è principalmente collegato alla faccia tosta di chi parla, più che a un'effettiva colpa.
Ciò è Male inter.
- Viene pronunciata quando si pensa che qualcosa non sia assolutamente il comportamento corretto (da un punto di vista logico oppure etico). Es.: "Il programma non ritorna un codice di errore se la routine non è stata eseguita: Ciò è Male". Etim.: calco dall'inglese Bad Thing; l'uso fatto dell'espressione in Ghostbuster ha contribuito alla sua diffusione. Esiste anche l'opp. Good Thing, reso da Ciò è Bene. Cfr. ciò non è bello.
ciò non è bello inter.
- Viene pronunciata quando si è di fronte a qualcosa che, pur essendo formalmente corretto, non è affatto apprezzato. Es.: "Con questo programma di login, se sbaglio password devo aspettare cinque minuti prima di riprovare. Ciò non è bello". Etim.: incerta, ma prob. influenzato da Ciò è Male.
ciucciare vi., raro vt.
- Rimanere collegati per ore ai BBS (o su Internet) per prelevare file su file, specialmente immagini porno. Etim.: mi sembra più che evidente.
ciucciatore sm.
- Colui che ciuccia file; più in genere, chi considera i sistemi in rete solo un sistema per prelevare software e non è assolutamente interessato alle altre sue possibilità (tranne al limite ciattare come un videoteliota).
cliccare vi.
- Premere un (o il, per chi usa un Macintosh) pulsante del mouse. "Se clicchi due volte sull'icona, viene lanciata l'applicazione". Etim.: calco dall'inglese to click.
clone sm.
- 1. Un calcolatore scopiazzato brutalmente da uno più famoso; generalmente costa molto meno dell'originale e funziona identicamente, oppure costa come l'originale e funziona molto meglio. I motivi di questa apparente follia sono due: chi clona un calcolatore non ha spese di ricerca da ammortizzare, e molto spesso le grandi società tengono artificiosamente alti i prezzi per "far pagare il marchio". - 2. Più in generale, qualunque copia che sembri identica all'originale, sia di un programma software che di un processore o persino di una persona.
compatibile agg.
- 1. Con caratteristiche simili a quelle di un prodotto più noto; clone. - 2. In senso traslato, qualunque cosa che faccia tornare alla mente qualcosa di noto. "Hai sentito gli Audio-2? Sono Battisti-compatibili". (Anche in questo caso, si potrebbe dire che sono un clone di Battisti). In questo senso, si tende a usare la parola come suffisso, come si vede dall'esempio.
compattare vt.
- Creare un unico file compresso a partire da una serie di files solitamente correlati. Ciò permette di ridurre lo spazio necessario a memorizzare tali files, e di evitare di rompersi la testa nel ricordarsi quali delle centinaia di programmi presenti su una directory sono realmente necessari per quel programma. Naturalmente la scelta del miglior compattatore porta immancabilmente ad una guerra santa. V. anche zippare.
compra-compra
- 1. sm. Un negozio, mega-store o emporio che contenga quantità industriali di un determinato genere merceologico. L'idea di base è che la presenza di tanta roba stordisca visivamente il visitatore, e l'estrema varietà lo invogli a comprare a iosa. Esempio classico sono le grandi catene USA di negozi come Toys'r'Us (negozi grandi come supermarket che vendono SOLO giochi), e le videoteche con migliaia di titoli con scaffali dedicati allo Zen ed ai documentari storici. - 2. inter. Aggettivo fortemente positivo, un `must' per un hacker. Es. "Hai visto l'ultima release del Borland? C.-c.!" Vedi anche raddoppiamento.
compresso p.p.
- Di un file, a cui è stato applicato un algoritmo tale da ridurre lo spazio occupato da esso, lasciando però indicazione di quale sia il modo per potere ricomporre il file originario quando necessario.
computer sm. inv.
- Perché mai vi ostinate a usare la parola "computer", rigorosamente con l'accento sulla "iu", quando in italiano esiste la parola `calcolatore' che ha lo stesso significato, e la parola `elaboratore' che è persino migliore, visto che al giorno d'oggi è facile che un calcolatore venga utilizzato per tutt'altro che fare conti? È anche vero che i francesi si sono esposti ancora più al ridicolo, con il loro "ordinateur", che se andate a cercare su un dizionario vecchiotto non significava "ordinatore" nel senso di chi mette in ordine, quanto nel senso del vescovo che ordinava sacerdoti. Ma noi, dato che le parole corrette le abbiamo, potremmo anche usarle!
connessione sf.
- Ciò che si ottiene quando ci si collega ad un sistema remoto. Si può avere una c. via modem (se si mette l'accento su quanto accade fisicamente), oppure una c. telnet, ftp o HTTP, nel caso si preferisca fare notare la logica che sta sotto al collegamento.
configurare vt.
- Modificare un file, di solito di testo e con estensione .CFG, utilizzato da un applicativo per inizializzare le proprie strutture interne. Ad esempio, il file di configurazione potrebbe contenere il numero di utente, oppure il nome della directory dove si trovano i files di dati.
console [evit. consolle] sf. inv.
- 1. Il terminale principale dei vecchi mainframe, quello da cui in genere si poteva bloccare la macchina o comunque avere più privilegi rispetto a un comune utente. - 2. Per est., nei BBS o nei sistemi multiterminale, il terminale direttamente collegato alla CPU principale. - 3. I giocattoli della Sega o della Nintendo che si attaccano ai televisori e che secondo la pubblicità sarebbero il non plus ultra dell'informatica, solo perché hanno il Tetris o SuperMario incorporati.
control sm.
- Vedi cappelletto.
craccare vt.
- 1. Entrare con la frode in un sistema informatico. "Sono finalmente riuscito a craccare il vax del Politecnico!" Implica l'avere lasciato la possibilità a se stesso o ad altri di potere riutilizzare la stessa via ma in maniera molto più agevole. - 2. Sproteggere un programma, in modo da poterlo copiare e/o utilizzare delle feature riservate agli utenti paganti. Etim.: Dall'inglese cracker, che oltre che un succedaneo del pane è anche il nome dato dagli hacker "veri" a chi si definisce hacker, ma in realtà manomette i programmi e i sistemi.
crittare vt.
- Applicare tecniche di crittografia, più o meno involute, a un file in modo che sperabilmente altre persone non possano leggerlo. "Ho crittato il file delle password... voglio vedere come faranno adesso!". Opp. decrittare. Etim.: Calco dall'inglese to crypt, coniato sul termine italiano crittografia.
cyberpunk agg., sm.
- Probabilmente il termine è molto meno usato di quanto la gente comune pensi, ma in ogni caso non fa mai male ricordare che, almeno in Italia, il movimento cyberpunk si è separato alquanto dall'originale americano, avvicinandosi alle tesi anarchiche: anche il lessico impiegato non ha un indice di comprensibilità molto diverso da zero.
cyberspazio sm.
- Per i cyberpunk, è la "matrice" elettronica, il mondo parallelo a quello reale dove ci si aggira tra i dati elettronici. Per i giornalisti, è qualcosa di incomprensibile che però ultimamente sembra faccia vendere, quindi è usato spesso. Per i Veri Telematici, è più che altro un termine usato in maniera spesso ironica.

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Compilazione © 1993 - 1995 Maurizio Codogno
Alcune voci sono liberamente adattate dal "Jargon File" v. 3.0.0, a cura di Eric S. Raymond.
Questo testo può liberamente essere riprodotto in tutto o in parte, purché non a fini di lucro, e citandone la fonte.