4. Installare il Software

Indice di questa sezione

In questa sezione viene descritto come preparare il sistema per installare Slackware e come iniziare l'installazione.

4.1 Ripartire il disco

Su molti sistemi, il disco fisso è già dedicato con una partizione per MS-DOS, OS/2 e così via. È necessario ridimensionare questa partizione per poter fare spazio a Linux.

ATTENZIONE: se si usa uno dei dischi root umsdos, si può installare Slackware in una directory di una partizione MS-DOS. (È diverso che installare DA una partizione MS-DOS.) Il ``filesystem UMSDOS'' permette invece di trattare una directory di una partizione MS-DOS come un filesystem Linux. In questo caso non è necessario ripartire il disco.

Si suggerisce di usare questo metodo se il proprio drive ha quattro partizioni e ripartire sarebbe più fastidioso che utile. Oppure, se si vuole provare Slackware prima di ripartire, questo è un buon metodo per farlo. Comunque in molti casi è necessario ripartire, come descritto qui. Il metodo per l'uso di UMSDOS non è documentato in dettaglio qui. Per il momento si presume di NON usare UMSDOS, e quindi di dover ripartire.

L'installazione in UMSDOS non è complicata, al contrario è più semplice anche se ci sono alcune controindicazioni sull'efficenza di un simile sistema. Leggere l'UMSDOS-HOWTO. (N.d.T.)

Una partizione è una sezione del disco fisso impostata per un particolare sistema operativo da usare. Se è installato solo MS-DOS, probabilmente si possiede una sola partizione, completamente per MS-DOS. Per usare Linux, comunque, è necessario ripartire il drive, in modo da avere una partizione per MS-DOS e una (o più) per Linux.

Le partizioni sono di tre tipi: primarie, estese e logiche. Brevemente, le partizioni primarie sono una delle quattro partizioni primarie sul proprio disco. Comunque, se si vuole avere più di quattro partizioni per disco, è necessario creare una partizione estesa, la quale contiene molte partizioni logiche. Non si scrivono dati direttamente su una partizione estesa, è usata solo come contenitore per partizioni logiche. I dati sono posti solo su partizioni primarie o logiche.

Per dirla in un altro modo, tanta gente usa solo partizioni primarie. Comunque se sono necessarie più di quattro partizioni su un disco, si crea una partizione estesa. Le partizioni logiche sono create sulla cima della partizione estesa, e così si possono avere più di quattro partizioni per disco.

Notare che si può facilmente installare Linux nel secondo disco del sistema (conosciuto come D: in MS-DOS). Semplicemente specificare il dispositivo appropriato quando si crea la partizione Linux. Questo è descritto in dettaglio più avanti.

Torniamo a ripartire il drive: il problema nel ridimensionare la partizione è che non esiste modo (semplice) per farlo senza eliminare i dati di quelle partizioni. Quindi è necessario eseguire un completo backup del sistema prima di ripartire. Per ridimensionare una partizione, semplicemente si eliminano le partizioni e si ricreano con una dimensione ridotta.

ATTENZIONE: esiste un ripartizionatore non distruttivo disponibile per MS-DOS, chiamato FIPS. Vedere su sunsite.unc.edu nella directory /pub/Linux/system/Install. Con FIPS, un ottimizzatore di dischi (come Norton Speed Disk), e un po' di fortuna, si dovrebbe riuscire a ridimensionare le partizioni MS-DOS senza distruggerne i dati. È suggerito comunque eseguire un completo backup prima di provarlo.

Se non si sta usando FIPS, il modo più comune per modificare le partizioni è con il programma FDISK. Per esempio, diciamo di avere un disco fisso da 80 Mb dedicato a MS-DOS. Si vuole dividerlo in due (40 Mb per MS-DOS e 40 Mb per Linux). Per farlo, eseguire FDISK sotto MS-DOS, eliminare la partizione MS-DOS da 80 Mb, e ricreare al suo posto una partizione MS-DOS da 40 Mb. Si deve quindi formattare la nuova partizione e reinstallare il software MS-DOS dal backup. 40 Mb del disco è rimasto vuoto. Successivamente si verrà creata la partizione Linux nella restante parte del disco.

In sintesi, si deve eseguire quanto segue per ridimensionare una partizione MS-DOS con FDISK:

  1. Fare un completo backup del sistema.
  2. Creare un disco di avvio MS-DOS, con un comando tipo:
    FORMAT /S A:
  3. Copiare i file FDISK.EXE e FORMAT.COM in questo floppy, come qualsiasi altra utility che sia necessaria. (Per esempio le utility per ripristinare il sistema dal backup.)
  4. Avviare il sistema MS-DOS tramite dischetto.
  5. Eseguire FDISK, possibilmente specificando il drive da modificare (come C: o D:).
  6. Usare l'opzione di FDISK per eliminare la partizione che si vuole ridimensionare. Questo distruggerà tutti i dati della partizione interessata.
  7. Usare l'opzione di FDISK per ricreare la partizione, con dimensione ridotta.
  8. Uscire da FDISK e riformattare la nuova partizione con il comando FORMAT.
  9. Ripristinare i dati originali dal backup.

Attenzione che FDISK di MS-DOS offre l'opzione di creare un ``drive DOS logico''. Un drive DOS logico è solo una partizione logica nel disco fisso. Si può installare Linux in una partizione logica, ma non si deve creare questa partizione con FDISK di MS-DOS. Comunque, se si sta attualmente usando un disco DOS logico, e si vuole installare Linux al suo posto, si deve eliminare il disco logico con FDISK MS-DOS, e (poi) creare una partizione logica per Linux.

Il meccanismo per ripartire con OS/2 e altri sistemi operativi è simile. Vedere la documentazione per quei sistemi operativi per dettagli.

4.2 Creare la partizione per Linux

Dopo aver ripartito il drive, è necessario creare la partizione per Linux. Prima di descrivere come fare ciò, si parlerà di partizioni e filesystem sotto Linux.

Filesystem e spazio di swap

Linux richiede come minimo una partizione, per il filesystem di root, in cui tenere lo stesso software Linux.

Si può pensare a un filesystem come una partizione formattata per Linux. I filesystem sono usati per tenere i file. Ogni sistema deve avere almeno un filesystem di root. Comunque, molti utenti preferiscono usare più filesytem (uno per ogni maggior settore dell'albero delle directory). Per esempio, si può creare un filesystem separato per tenere tutti i file della directory /usr. (Notare che nei sistemi Unix, per delimitare le directory si usano le barre diritte, non le rovesce come in MS-DOS.) In questo caso si ha sia un filesystem di root e un filesystem /usr. Ogni filesystem richiede la propria partizione. Quindi se si usa il filesystem di root e /usr, è necessario creare due partizioni Linux.

In aggiunta, molti utenti creano una partizione di swap, usata come RAM virtuale. Se si possiedono 4 Mb di memoria nella propria macchina e 10 Mb di partizione di swap, Linux consente di avere 14 Mb di memoria virtuale. Usando lo swap, Linux sposta le pagine di memoria inutilizzate nel disco, permettendo di eseguire più applicazioni in una volta nel proprio sistema. Comunque, siccome lo swap è spesso lento, non è una reale sostituzione di RAM fisica. Ma applicazioni che richiedono molta memoria (come il Sistema X Window) si affidano allo swap se non si possiede abbastanza RAM fisica.

Quasi tutti gli utenti Linux impiegano una partizione di swap. Se si hanno 4 Mb di RAM o meno, una partizione di swap è necessaria per installare il software. È fortemente raccomandato di avere una partizione di swap in qualsiasi caso, anche se si dispone di abbastanza RAM fisica.

La dimensione della partizione di swap dipende da quanta memoria virtuale sia necessaria. È spesso suggerito avere almeno 16 Mb di memoria virtuale totale. Quindi, se si hanno 8 Mb di RAM fisica, si potrebbe creare una partizione di swap di 8 Mb. Attenzione che le partizioni di swap non possono essere maggiori di 128 Mb. Quindi, se sono necessari più di 128 Mb di swap, si devono creare più partizioni di swap. Si possono avere in tutto fino a 16 partizioni di swap nel sistema.

Avviare il disco di installazione

Specificare i parametri hardware

Il primo passo è di avviare il disco Slackware di boot. Appena parte il sistema, si vedrà il messaggio:

Welcome to the Slackware Linux 2.0.0 Bootkernel disk!

Qui si ha la possibilità di specificare vari parametri hardware, come l'IRQ e l'indirizzo del controller SCSI, o la geometria dei drive, prima di avviare il kernel Linux. Questo è necessario nel caso Linux, per esempio, non rilevi il proprio controller SCSI o la geometria dei dischi fissi.

In particolare, molti controller SCSI senza BIOS richiedono di specificare l'IRQ e l'indirizzo al momento dell'avvio. Ugualmente, macchine IBM PS/1, ThinkPad e ValuePoint non scrivono la geometria dei dischi nel CMOS e quindi la si deve specificare all'avvio.

Per tentare di avviare il kernel senza parametri speciali, premere invio al prompt di avvio.

Controllare i messaggi durante l'avvio del sistema. Se si ha un controller SCSI si dovrebbe vedere una lista di hosts SCSI rilevati. Se si vede il messaggio

SCSI: 0 hosts

allora il controller SCSI non è stato rilevato e si deve usare la seguente procedura.

Inoltre il sistema mostra informazioni sulle partizioni dei dischi e dispositivi rilevati. Se qualcuna di queste informazioni è errata o mancante si deve forzare la rilevazione hardware.

Invece, se tutto va bene e l'hardware sembra rilevato, si può passare alla sezione ``Caricare il disco di root''. Per forzare la rilevazione hardware, si devono inserire i parametri appropriati al prompt di avvio, usando la seguente sintassi:

ramdisk <parametri...>

Ci sono alcuni parametri disponibili; eccone alcuni dei più comuni.

Per ognuno di questi, si deve inserire `ramdisk' seguito dal parametro che si deve usare. Attenzione che il prefisso 0x deve essere usato per tutti i valori dati in esadecimale. Questo per tutte le seguenti opzioni.

Se si hanno domande su queste opzioni di avvio, leggere il Linux SCSI-HOWTO, disponibile su molti siti FTP (o da dove è stato trovato questo documento). SCSI-HOWTO spiega la compatibilità dei controller SCSI più dettagliatamente.

Caricare il disco di root

Dopo aver avviato il kernel, viene chiesto di inserire il disco di root Slackware:

Please remove the boot kernel disk from your floppy drive, insert
a disk to be loaded into the ramdisk, and press [enter] to continue.

A questo punto si deve togliere il disco di avvio dal drive e inserire il disco di root. Quindi premere invio per continuare.

Il disco di root viene caricato in memoria e viene presentata una richiesta di login: loggarsi come ``root''.

slackware login: root
#

Usare fdisk

Per creare la partizione Linux si deve usare la versione Linux del programma fdisk. Dopo essersi loggati come root, eseguire il comando

fdisk drive

dove drive è il nome del drive in cui si vuole creare la partizione Linux. I nomi dei dischi fissi sono:

Per esempio, per creare la partizione Linux nel primo disco SCSI del proprio sistema, usare il comando

fdisk /dev/sda

Se si usa fdisk senza argomenti, viene assunto /dev/hda.

Per creare la partizione Linux nel secondo drive del sistema, semplicemente specificare /dev/hdb (drive IDE) oppure /dev/sdb (drive SCSI) quando si avvia fdisk.

Le partizioni Linux non necessitano di essere nello stesso disco. Si può creare il filesystem di root su /dev/hda e la partizione di swap su /dev/hdb, per esempio. Per compiere ciò eseguire fdisk per ogni drive.

L'uso di fdisk è semplice. Il comando ``p'' visualizza la tabella delle partizioni corrente, ``n'' crea una nuova partizione e ``d'' elimina una partizione.

Le partizioni in Linux sono chiamate con il nome del drive a cui si riferiscono. Per esempio, la prima partizione del drive /dev/hda è /dev/hda1, la seconda /dev/hda2 e così via. Le partizioni logiche sono numerate da /dev/hda5, /dev/hda6 e così via.

ATTENZIONE: non si dovrebbero creare o eliminare partizioni per sistemi operativi diversi da Linux con Linux fdisk. Cioè non creare o eliminare partizioni MS-DOS con questa versione di fdisk; usare invece la versione MS-DOS di FISK. Se si tenta di creare partizioni MS-DOS con Linux fdisk, i cambiamenti non saranno riconosciuti da MS-DOS che non si avvierà correttamente.

Qui c'è un esempio dell'uso di fdisk. Nel disco c'è una partizione singola MS-DOS che usa 61693 blocchi del disco e il resto del disco è libero per Linux. (Sotto Linux un blocco sono 1024 bytes. Quindi 61693 blocchi sono circa 61 Mb.) Verranno create due partizioni Linux: una di swap e una per il filesystem di root.

Prima si usa il comando ``p'' per mostrare la tabella corrente delle partizioni. Come si può vedere, /dev/hda1 (la prima partizione su /dev/hda) è una partizione DOS di 61693 blocchi.


Command (m for help):   p
Disk /dev/hda: 16 heads, 38 sectors, 683 cylinders 
Units = cylinders of 608 * 512 bytes

     Device Boot  Begin   Start     End  Blocks   Id  System
  /dev/hda1   *       1       1     203   61693    6  DOS 16-bit >=32M

Command (m for help):

Poi si usa il comando ``n'' per creare una nuova partizione. La partizione Linux per il filesystem di root sarà di 80 Mb.


Command (m for help):  n 
Command action 
    e   extended 
    p   primary partition (1-4)
p

Viene chiesto se si vuole creare una partizione primaria o estesa. In molti casi si dovrebbero usare partizioni primarie, tranne nel caso siano necessarie più di quattro partizioni nel disco. Vedere la sezione ``Ripartire il disco'', sopra, per ulteriori informazioni.


Partition number (1-4): 2
First cylinder (204-683):  204
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (204-683): +80M

Il primo cilindro dovrebbe essere il primo cilindro libero DOPO l'ultima partizione. In questo caso, /dev/hda1 finisce al cilindro 203, così la nuova partizione inizierà al cilindro 204.

Come si può vedere, viene usata la notazione ``+80M'', per specificare una partizione di 80 Mb. Allo stesso modo, la notazione ``+80K'' specifica una partizione di 80 Kb, e ``+80'' specifica solo una partizione di 80 byte.


Warning: Linux cannot currently use 33090 sectors of this partition

Se si vede questo messaggio, lo si può ignorare. È rimasto da una vecchia restrizione per cui i filesystem Linux non potevano superare i 64 Mb. Comunque, con il nuovo tipo di filesystem, le partizioni possono arrivare fino a 4 terabyte.

Successivamente si crea una partizione di swap da 10 Mb, /dev/hda3.


Command (m for help): n
Command action 
    e   extended 
    p   primary partition (1-4) 
p

Partition number (1-4): 3
First cylinder (474-683):  474
Last cylinder or +size or +sizeM or +sizeK (474-683):  +10M

Di nuovo si controlla il contenuto della tabella delle partizioni. Assicurarsi di prendere nota delle informazioni, specialmente la dimensione in blocchi. Sarà necessaria in seguito.


Command (m for help): p
Disk /dev/hda: 16 heads, 38 sectors, 683 cylinders 
Units = cylinders of 608 * 512 bytes

     Device Boot  Begin   Start     End  Blocks   Id  System
  /dev/hda1   *       1       1     203   61693    6  DOS 16-bit >=32M
  /dev/hda2         204     204     473   82080   83  Linux native
  /dev/hda3         474     474     507   10336   83  Linux native

Osservare che la partizione di swap (qui, /dev/hda3) è di tipo ``Linux native''. È necessario cambiarne il tipo a ``Linux swap'', in modo che il programma di installazione la riconosca tale. Per eseguire questo, usare il comando fdisk ``t'':


Command (m for help): t
Partition number (1-4): 3
Hex code (type L to list codes): 82

Se si usa ``L'' per mostrare la lista dei codici, si troverà che 82 è il tipo corrispondente a ``Linux swap''.

Per lasciare fdisk e salvare le modifiche alla tabella delle partizioni, usare il comando ``w''. Per lasciare fdisk SENZA salvare le modifiche, usare il comando ``q''.

Dopo aver lasciato fdisk, il sistema chiede di resettare in modo da assicurarsi che i cambiamenti abbiano effetto. In generale non ci sono motivi per resettare dopo l'uso di fdisk; la versione di fdisk della distribuzione Slackware è abbastanza intelligente per aggiornare le partizioni senza dover resettare.

4.3 Preparare lo spazio di swap

Se si hanno 4 Mb di RAM (o meno) nella propria macchina, è necessario creare una partizione di swap (con fdisk) ed abilitarla prima di installare il software. Qui viene descritto come formattare ed abilitare la (le) propria partizione(i).

Se si hanno più di 4 Mb di RAM, è solo necessario creare la partizione, non è necessario formattarla ed abilitarla prima di installare il software. In questo caso si può passare alla sezione ``installare il software''.

Se si ottiene un errore di ``out of memory'' durante la procedura di installazione, si deve creare una partizione di swap ed abilitarla come descritto qui.

Per preparare lo spazio di swap per l'uso, usare il comando mkswap. Esso assume la forma:

mkswap -c partizione blocchi

dove partizione è il nome della partizione, come /dev/hda3, e blocchi è la dimensione della partizione in blocchi.

Per esempio, se si crea la partizione di spaw /dev/hda3 di 10336 blocchi, usare il comando

mkswap -c /dev/hda3 10336

L'opzione -c comunica a mkswap di controllare l'esistenza di blocchi difettosi nella partizione durante la preparazione. Se si vede qualche messaggio di errore ``read_intr'' durante l'operazione di mkswap, significa che quel blocco difettoso è stato trovato (e marcato). Si possono ignorare questi messaggi.

Per abilitare lo spaw nel nuovo dispositivo, usare il comando

swapon partition

Per esempio, per lo spazio di swap su /dev/hda3, usare il comando

swapon /dev/hda3

Adesso si usa lo swap e circa 10 Mb di memoria virtuale in più.

Si dovrebbe eseguire mkswap e swapon per ogni partizione di swap creata.

4.4 Installare il software

Installare la release Slackware è molto semplice; è quasi automatico. Si usa il comando setup, il quale mette a disposizione una serie di menu che permettono di specificare il tipo di installazione, le partizioni da usare e così via. Quasi tutto è automatico.

Qui non si documenta l'uso di setup, in quanto questo cambia col tempo. setup è auto-esplicativo e contiene la propria documentazione. Comunque, proprio per dare un'idea di come sia, viene descritto l'uso della maggior parte delle installazioni con setup.

Prima di iniziare, assicurarsi di avere un floppy ad alta densità formattato MS-DOS. Verrà usato per creare il disco di boot di Linux.

Dopo aver eseguito fdisk (e probabilmente mkswap e swapon, come descritto sopra), inserire il comando

# setup

Questo presenterà un menù a colori con varie opzioni, come ``Addswap'' (per impostare lo spazio di swap), ``Source'' (per specificare la sorgente del software da installare, come floppy o disco fisso), ``Target'' (per specificare dove installare il software), e così via.

In generale si dovrebbero scorrere i comandi nel seguente ordine:

  1. Addswap. Se è stata creata una partizione di swap (con fdisk), usare l'opzione addswap per comunicarlo al sistema. Questa opzione presenta una lista di possibili partizioni di swap; scrivere il nome della(e) partizione(i) di swap da usare (come /dev/hda3). Il sistema chiede se si vuole formattare la partizione di swap, che si dovrebbe fare se non si ha ancora eseguito mkswap e swapon su di essa.
  2. Source. Questa opzione permette di specificare la sorgente per il software da installare. Si hanno a disposizione diverse modalità di installazione, come da floppy o da disco fisso. Se si installa da floppy, il sistema chiede quale drive usare. Se si sta installando da disco fisso, il sistema chiede in quale partizione sono posti i file e in quale directory si trovano. Per esempio, se si sta installando da una partizione MS-DOS nel proprio disco fisso, e i file Slackware sono sotto la directory C:\SLACKWAR, si deve inserire il nome della partizione MS-DOS (come /dev/hda1) e il nome della directory (come /slackwar). Notare come si debba usare la barra diritta (/), non la barra rovescia (\), nel nome della directory. Ci sono altri modi di installazione, come da CD-ROM. Anche questi dovrebbero essere auto-esplicativi.
  3. Target. Questa voce permette di specificare su quale(i) partizione(i) installare il software. Il sistema mostra una lista di possibili partizioni. Prima viene chiesto di inserire il nome della partizione di root, come /dev/hda2. Viene chiesto se si vuole formattare la partizione; lo si deve fare a meno che non si stia installando su una partizione precedentemente formattata per Linux. Si deve usare il tipo Second Extended Filesystem (ext2fs) per la partizione. Viene anche data la possibilità di usare partizioni aggiuntive per differenti parti dell'albero delle directory. Per esempio, se si crea una partizione separata per il filesystem /usr, si deve inserire il nome di quella partizione e la directory a cui deve corrispondere (/usr) quando richiesto.
  4. Disksets. Questa opzione permette di specificare il gruppo di dischi da installare. Usare i tasti freccia per scorrere lungo la lista, premere la barra spaziatrice per selezionare e deselezionare le voci. Premere invio quando si ha completato la scelta. Per il momento è possibile installare solo un sistema minimo. È richiesto il solo gruppo A. Dopo aver installato il software si può eseguire setup per installare altri gruppi di dischi.
  5. Install. Dopo aver impostato tutti i parametri precedenti, si è pronti per installare il software. Prima il sistema chiede che tipo di prompt (messaggistica) usare; si dovrebbe usare il tipo ``normal'' (a meno di essere esperti e aver modificato i tagfile di installazione). Il sistema semplicemente scorre ogni set di dischi e installa il software. Per ogni pacchetto di software, viene mostrata una finestra di descrizione. I pacchetti richiesti vengono installati automaticamente. Per pacchetti facoltativi viene chiesto se installare o non installare il singolo pacchetto. (Se non si vuole installare certi pacchetti subito, si può sempre usare setup nel proprio sistema per installarli in seguito). Mentre il software si installa, controllare se appaiono messaggi di errore. L'errore più comune è ``device full'', indicante che si è finiti fuori dallo spazio della partizione Linux. Sfortunatamente, la procedura di installazione Slackware non è abbastanza intelligente per capirlo, e tenterà di continuare l'installazione del software senza considerare l'errore. Se si ottiene qualsiasi tipo di messaggio di errore durante la procedura di installazione, si può interrompere il programma (usando Crtl-C) per prenderne atto. L'unica soluzione per ``device full'' è di ricreare le partizioni Linux con diversa dimensione, o tentare di reinstallare il software senza parecchi pacchetti software opzionali.

4.5 Dopo l'installazione

Dopo aver completato l'installazione e tutto è andato bene, viene proposta l'opzione di creare uno ``standard boot disk'', che si può usare per avviare il sistema Linux appena installato. Per questo è necessario un disco vuoto, ad alta densità, formattato MS-DOS, dello stesso tipo di quello che avvia il sistema. Inserire semplicemente il dischetto quando richiesto e il disco di avvio viene creato.

Viene anche data la possibilità di installare LILO nel proprio disco fisso. LILO (che sta per LInux LOader) è un programma che permette di avviare Linux (così come altri sistemi operativi, esempio MS-DOS) dal proprio disco fisso. Se si vuole fare questo, selezionare l'appropriata opzione di menù e seguire i suggerimenti.

Se si sta usando il Boot Manager di OS/2, il menù comprende un'opzione per configurare LILO per l'uso con il Boot Manager, in modo da avviare Linux da esso.

Notare che la procedura automatica di installazione di LILO non è a prova di errore; ci sono situazioni in cui può fallire. Assicurarsi di poter avviare MS-DOS, Linux e altri sistemi operativi da floppy prima di installare LILO. Se l'installazione di LILO fallisce si può avviare il sistema da floppy e correggere il problema.

Maggiori informazioni sulla configurazione di LILO sono date più avanti.

La procedura di post-installazione consiste in varie voci di menù che permettono di configurare il sistema. Questo include l'indicazione del modem e del mouse, come anche il fuso orario. Semplicemente seguire le opzioni del menù.

4.6 Avviare il nuovo sistema

Se tutto è andato come progettato, si può avviare il proprio sistema con il floppy di avvio di Linux (non il floppy Slackware, ma il floppy creato dopo l'installazione del software). Oppure, se si installa LILO, si dovrebbe riuscire ad avviare il sistema dal disco fisso. Dopo l'avvio, loggarsi come root. Congratulazioni! Avete il vostro sistema Linux.

Se si sta avviando con LILO, provare a tener premuto shift o control durante l'avvio. Questo presenta un prompt di avvio; premere tab per vedere una lista di opzioni. In questo modo si può avviare Linux, MS-DOS o qualsiasi direttamente da LILO.

Dopo aver avviato il sistema e loggati come root, una delle prime cose da fare è creare un account per se stessi. Il comando adduser viene usato per questo scopo. Per esempio,

# adduser
Login to add (^C to quit): ebersol
Full Name: Norbert Ebersol
GID [100]: 100
UID [501]: 501
Home Directory [/home/ebersol]: /home/ebersol
Shell [/bin/bash]: /bin/bash
Password [ebersol]: new.password

Information for new user [ebersol]:
Home directory: [/home/ebersol]  Shell: [/bin/bash]
Password: [new.password]  UID: [502] GID:[100]
Is this correct? [y/n]: y

adduser chiede vari parametri, come il nome di utente, nome completo, GID (ID gruppo), UID (ID utente), e così via. Per la maggior parte si possono usare i valori di default. Se non si ha familiarità nel creare utenti in un sistema UNIX, è suggerito prendere un libro di amministrazione di sistemi UNIX. Esso dovrebbe aiutare nel configurare e usare il nuovo sistema.

Ci si può adesso loggare come il nuovo utente. Si possono usare i tasti da Alt-F1 a Alt-F8 per commutare tra le consoles virtuali, che permettono di aprire sessioni multiple dalla console. Il comando passwd può essere usato per impostare la password sul nuovo account; si dovrebbe impostare una password per root e ogni nuovo utente creato.

Inoltre il nome della macchina (hostname) è impostato all'avvio nel file /etc/rc.d/rc.M. Si dovrebbe modificare questo file (come root) per cambiare l'hostname della macchina. Si dovrebbero modificare le linee del file che eseguono i comandi hostname o hosname_notcp. (L'hostname di default è darkstar.) Si può inoltre editare il comando domainname in questo file, se si sta su una rete TCP/IP. (In molti sistemi Slackware l'hostname e il domain name sono impostati nel file /etc/HOSTNAME, così la modifica di questo file dovrebbe probabilmente essere sufficiente.)

Ovviamente ci sono molti modi per configurare il sistema. Un buon libro di amministrazione di sistemi UNIX dovrebbe essere di aiuto. (Si suggerisce Essential Systems Administration di O'Reilly and Associates.) Si dovrebbero leggere vari altri Linux HOWTO, come il NET-2-HOWTO e Printing-HOWTO, per informazioni sulla configurazione di altri programmi.

Dopo ciò, il sistema è a posto... divertitevi!


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