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Lezione 22

L'ordinamento degli alberi radicati

Sia $ (T,r)$ un albero radicato, sull'insieme dei vertici si definiscono le due relazioni $ \to^+$ e $ \to ^*$, ovvero la chiusura transitive e la chiusura transitiva e riflessiva della relazione $ \to $ di paternità ponendo:
$\displaystyle v \to^+ w$ $\displaystyle \iff$ $\displaystyle \exists v_0,\dots,v_n\in V : v=v_0\to v_1\to\dots \to
v_n=w$  
$\displaystyle v \to^* w$ $\displaystyle \iff$ $\displaystyle v \to^+ w$    oppure $\displaystyle v = w$  

Proposizione 22.1   La relazione $ \to ^*$ è un ordinamento parziale. E la relazione $ \to^+$ è l'ordinamento stretto associato a $ \to ^*$ ossia $ v\to ^+ w$ se e solo se $ v
\to^* w $ e $ v \ne w$.

Dimostrazione. 

    $ \square$

Induzione sugli alberi radicati

Teorema 22.2   Sia $ (T,r)$ un albero radicato e per ogni $ v\in V(T)$ sia $ P(v)$ una proposizione. Si supponga che:
  1. $ P(r)$ sia vera;
  2. per ogni $ v,w\in V(T)$ tali che $ v\to w$ si ha che $ P(v)\Rightarrow P(w)$
. Allora $ P(v)$ è vera per ogni $ v\in V(T)$.

Teorema 22.3 (Induzione sugli alberi)   Sia $ (T,r)$ un albero radicato e per ogni $ v\in V(T)$ sia $ P(v)$ una proposizione. Si supponga che:
  1. $ P(r)$ sia vera;
  2. per ogni $ v\in V(T)$ si ha che $ (\forall w \to^+ w P(w))\Rightarrow P(v)$. Allora $ P(v)$ è vera per ogni $ v\in V(T)$.

Dimostrazione. 

    $ \square$

Osservazione 22.4   Si osservi che nella dimostrazione del teorema precedente non si è mai usato il fatto che si stesse parlando di alberi radicati, ma soltanto che $ \to ^*$ fosse un ordinamento ben fondato ovvero che ogni successione discendente ha minimo, e che tutto l'insieme dei vertici ha un minimo rispetto a tale ordinamento. La stessa dimostrazione può quindi essere usata per dimostrare il seguente teorema di induzione per insiemi ben fondati.

Definizione 22.5   Sia $ X$ un insieme e sia $ \preccurlyeq$ un ordinamento parziale su $ X$. Diremo che $ \preccurlyeq$ è ben fondato se ogni successione discendente ha minimo, ossia se per ogni $ n\in \mathbb{N}$ $ x_n\in X$ sono tali che $ x_{n+1}\preccurlyeq x_n$ allora esiste un $ \overline{n}$ tale che $ x_{\overline{n}}
\preccurlyeq x_n$ per ogni $ n\in \mathbb{N}$ (in particolare se $ n\succcurlyeq \overline{n}$ allora $ x_n=x_{\overline{n}}$)).

Teorema 22.6 (Induzione ben fondata)   Sia $ X$ un insieme e sia $ \preccurlyeq$ un ordinamento ben fondato su $ X$ cha ammette minimo $ x_0$ (i.e.esiste $ x_0\in X$ tale che $ x_0\preccurlyeq x$ per ogni $ x\in X$). Per ogni $ x\in X$ sia $ P(x)$ una proposizione. Si supponga che:
  1. $ P(x_0)$ sia vera;
  2. per ogni $ x\in V(T)$ si ha che $ (\forall y \prec x P(y))\Rightarrow P(x)$ (dove $ \prec$ è una abbreviazione per $ \preccurlyeq$ e $ \neq$).
Allora $ P(x)$ è vera per ogni $ x\in X$.

Il lemma di König

Domanda. È vero che in un albero infinito esiste un ramo infinito?

Per ramo infinito intendiamo un cammino infinito (i.e. un sottografo isomorfo a $ P_\infty$).

In generale la risposta a questa domanda è negativa. Si consideri ad esempio il grafo $ G=(\mathbb{N},\{\{0,i\}\mid i\ge 1\}$ (vedi figura).

Figura 13: Un contresempio al Lemma di König, senza l'ipotesi dei gradi finiti
\begin{figure}\begin{center}
\psfig{file=koenig.ps,width=.8\hsize} \par\end{center}\end{figure}

$ G$ è un albero. Infatti $ G$ è connesso dato che ogni vertice è congiungibile al vertice 0. Inoltre se $ e=\{0,i\}$ è un lato, allora $ G-e=(\mathbb{N}-\{0,i\},\varnothing )$ che è sconnesso. Quindi $ G$ è un albero per la terza delle proprietà caratterizzanti degli alberi.

D'altra parte i cammini più lunghi che si possono trovare sono i cammini del tipo $ (i,0,j)$ con $ i\ne j$, che hanno lunghezza $ 2$.

Il problema sta nel fatto che nell'albero dell'esempio c'è un vertice di grado infinito (su 0 arrivano infiniti lati). In effetti vale il seguente teorema:

Teorema 22.7 (Lemma di König)   Sia $ T$ un albero infinito tale che ogni vertice ha grado finito, allora $ T$ ha rami infiniti.

Dimostrazione.  Fissiamo una radice $ r$ per $ T$ e sia $ \to $ la relazione di paternità indotta da tale radice. Costruiremo una funzione $ f:\mathbb{N}\to V(T)$ con la seguente proprietà:

$\displaystyle f(n-1) \to f(n)$    e $\displaystyle \big\{v\in V(T) \bigm \vert f(n)\to^* v\big\}$    è infinito$\displaystyle \forall n \ge 1
$

Chiaramente, una tale funzione risolve il problema.

Definiamo $ f$ ricorsivamente. Poniamo $ f(0)=r$. Chiaramente i discendnti di $ f(0)$ sono infiniti (tutti i vertici sono discendenti della radice).

Supponiamo di aver definito $ f(n)$ (che sia figlio di $ f(n-1)$ e che abbia una discendenza infinita). Per ipotesi $ \deg(f(n))$ è finito, siano quindi $ v_1,\dots,v_k$ i figli di $ f(n)$ (i.e. $ f(n)\to v_i$). Per ogni $ i=1,\dots,k$ sia

$\displaystyle V_i=\big\{v\in V(T)\bigm\vert v_i\to^* v\}
$

Chiaramente

$\displaystyle \big\{v\in V(T) \bigm \vert f(n)\to^* v\big\} = \{f(n)\} \cup V_1\cup\dots\cup V_k
$

Pertanto esiste un $ i$ tale che $ V_i$ è infinito. Basta allora porre $ f(n+1)=v_i$. Chiaramente $ f(n)\to
f(n+1)$ e la discendenza di $ f(n+1)$, che è $ V_i$, è infinita.     $ \square$


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Domenico Luminati 2004-03-18