Se l'urto è elastico ma non unidimensionale, le leggi di conservazione
non bastano a determinare il moto dei corpi dopo di esso basandosi solo
sulla conoscenza del moto prima dell'urto. Infatti le uniche equazioni
che possiamo scrivere sono:
La prima equazione è vettoriale, quindi conta come tante equazioni scalari quante sono le dimensioni del sistema. Nel caso di urto bidimensionale, note le quantità iniziali e rimangono le quattro incognite e . Si hanno così quattro incognite per tre equazioni scalari. Se non si conosce il tipo di iterazione la quarta informazione necessaria per risolvere il problema la si deve dedurre dall'esperimento. Tipicamente si misura l'angolo di deviazione delle due particelle. Ovviamente, al crescere del numero delle dimensioni servono sempre più quantità misurate.
Consideriamo ora il caso di un urto bidimensionale fra due particelle di cui una è inizialmente ferma. Questo non è affatto un caso restrittivo in quanto si può sempre scegliere un sistema di riferimento rispetto al quale una delle due particelle risulti ferma prima dell'urto.
La distanza fra la direzione del corpo incidente ed una retta ad
essa parallela passante per il corpo fermo viene detta parametro
d'urto. È una misura di quanto direttamente il proiettile incida
sul bersaglio. Per si ha un urto frontale. Scriviamo per esteso
le leggi di conservazione, utilizzando gli angoli e
per determinare le componenti di e :
Quindi abbiamo quattro quantità incognite (, ,
e ) e tre quantità note (, e ).
Come già detto le equazioni indipendenti a disposizione sono solamente
tre e serve una ulteriore informazione. Cominciamo con il calcolare
l'energia trasferita al secondo corpo; siccome questo era precedentemente
fermo essa coincide con . Come primo passaggio isoliamo
nell'equazione 4 e quadriamolo:
Dall'equazione 5 possiamo invece ricavare .
Estraiamolo e quadriamolo come prima:
Ora possiamo sostituire
al posto di
nella equazione 6 (dove sviluppiamo il secondo membro),
e moltiplicare per ambo i membri in modo da non avere
più frazioni:
raccogliamo ora i termini con seni e coseni quadri in
(questi sommeranno ad uno):
moltiplicando per e dividendo per si ha:
nella precedente equazione si possono riconoscere le espressioni per
,
ed
. Otteniamo quindi:
Sostituendo l'equazione di conservazione dell'energia 3,
ovvero ponendo
, si ottiene:
da cui:
Questo ci permette di ottenere finalmente un'espressione per l'energia
ceduta al secondo corpo durante l'urto, come funzione
dell'angolo di deviazione del corpo inizialmente fermo rispetto
all'asse del ``proiettile'':